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I vaccini non vendono più. Conti in rosso per Big Pharma, ma le aziende hanno già un piano per tornare a far soldi

Pubblicato il 02/11/2023 12:38

Il vaccino non vende più. Questa la sintesi dei dati riportati dalla sezione economica di Agi e ripresi da Nicola Porro, numeri che mostrano come il colosso farmaceutico americano Pfizer abbia da poco archiviato il terzo trimestre con una perdita netta di 2,38 miliardi di dollari (42 centesimi per azione), legata a una già nota svalutazione delle sue scorte di vaccini e cure contro il Covid a causa del calo delle vendite. Il gruppo ha annunciato il 13 ottobre un deprezzamento delle sue scorte nel terzo trimestre pari a 5,5 miliardi di dollari, di cui 4,6 miliardi solo per il farmaco Paxlovid. Ha poi rivisto al ribasso le sue previsioni per l’intero anno. Cifre che sembrano suggerire una parabola discendente per i colossi di Big Pharma, che a lungo avevano beneficiato della bolla sanitaria esplosa con l’arrivo del virus. (Continua a leggere dopo la foto)
Muore a 10 anni, 15 minuti dopo aver fatto il vaccino. La giustificazione delle autorità sanitarie vi farà indignare (tanto)

conti aziende farmaceutiche

Le scelte dei governi, che avevano deciso di obbligare di fatto la popolazione alla somministrazione, avevano portato nelle casse delle aziende farmaceutiche guadagni mai visti prima, con cifre da capogiro. Inevitabilmente, però, prima o poi la bolla doveva esplodere, facendo tracollare i fatturati gonfiati a dismisura. (Continua a leggere dopo la foto)

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Sul sito di Nicola Porro, il giornalista Claudio Romiti ha avanzato un’ipotesi: “Ora la farsa potrebbe realizzarsi se l’enorme massa di sprovveduti terrorizzati e di furbetti saliti velocemente sul carro dei vaccini, dopo aver decantato le sorti certe e progressive di questi presunti elisir di lunga vita, iniziassero una generosa sottoscrizione in favore degli stessi colossi farmaceutici”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Una sottoscrizione in segno di riconoscenza per la moltitudine di vite salvate da questi ritrovati sperimentali a mRna – ha spiegato Romiti con buona dose di ironia – addirittura 20 milioni in tutto il mondo, secondo quando disse a suo tempo l’allora ministro della Salute Roberto Speranza, di cui ben 150mila solo in Italia, riportando una stima pubblicata dall’Istituto superiore di sanità”. Insomma, “salviamo chi ci ha salvato la vita, in tal modo potrebbe essere intitolata la vasta e meritoria campagna per salvare i bilanci sgonfiati di queste colossali aziende, da sempre dedite unicamente a salvaguardare la salute dei comuni mortali”.

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