Migliaia di denunce arrivate da tutta Italia nei confronti di Giuseppe Conte e Roberto Speranza, i protagonisti indiscussi della folle stagione della pandemia e delle chiusure insistite, degli obblighi vaccinali e del coprifuoco. Considerate però dai giudici come semplice carta straccia: il 4 ottobre 2023, infatti, il Tribunale dei ministri ha deciso l’archiviazione del procedimento penale verso l’ex premier e il suo ministro della Salute, condividendo così la richiesta fatta in merito dai pm, che aveva ritenuto “infondante” le accuse di reato. Ancora una volta, dunque, chi ha sbagliato durante quei mesi drammatici e concitati non sarà chiamato a rispondere delle sue azioni, come spiegato da Patrizia Floder Reitter sulle pagine della Verità. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le denunce, presentate nel biennio 2021-2022, erano contro rappresentanti degli esecutivi incaricati della gestione dell’emergenza Covid. Oltre a Conte e Speranza, nel mirino erano finiti Lucia Azzolina, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Alfonso Bonafede, Paola De Micheli e Sergio Costa. (Continua a leggere dopo la foto)

All’interno dei provvedimenti, si chiedeva conto del mancato aggiornamento del piano pandemico, del ritardo del governo nell’adottare misure per il contenimento, della secretazione dei verbali del Cts, dell’indebito utilizzo dei dpcm. Così come venivano contestati i protocolli medici, l’attendibilità dei tamponi, la legittimità del Green pass, la sicurezza dei vaccini e molto altro. Un dossier poderoso, che però è stato scartato dal Tribunale dei ministri. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo i giudici, i dati forniti dalle autorità sanitarie erano “esatti”. Mentre gli studi scientifici degli ultimi 4 anni, non proveniendo da autorità sanitarie ististuzionali, non possono essere presi in considerazione. E i lockdown, le restrizioni, le chiusure forzate? Si può parlare al massimo “di responsabilità politica”. Per la Verità, il Tribunale ha trasformato per l’ennesima volta un processo “in una farsa“.
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