“Io sto con Fedez. Nessuna censura”. Si affretta a dire l’ex premier Giuseppe Conte subito dopo la bufera mediatica che è nata dall’intervento (e dalla pubblicazione della telefonata con al vicedirettrice di Rai3) del cantante al concertone del Primo Maggio. Conte è dunque subito salito sul carro dei like di Fedez e lo stesso ha fatto Luigi Di Maio. “Questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica”, ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio. E ha addirittura chiesto a tutte le forze politiche che appoggiano il governo Draghi di convergere su un progetto riformatore: “Io devo ammettere di non essere riuscito durante gli anni in cui sono stato al governo, a incidere sino al punto di promuovere una pur necessaria riforma”. Ma dice sul serio? Quanti ipocrisia. Come si fa a dimenticare il modo in cui lui e Casalino, soprattutto con la pandemia, hanno controllato la Rai e i Tg? (Continua a leggere dopo la foto)
“Dobbiamo riconoscere tutti – continua Conte – che non potranno essere nuovi nomi a salvare la Rai dagli antichi vizi. La nuova Rai deve sorgere su pilastri diversi”. E allora noi de Il Paragone vogliamo ricordare un articolo in particolare, tra i tanti pubblicati durante l’era Conte-Casalino, proprio su questo argomento. La notizia era passata un po’ sottotraccia anche allora. Una nota della Rai dei primi di gennaio del 2021 spiegava: “A causa della pandemia, la presidenza del Consiglio dei ministri ha disposto che, per motivi di sicurezza sanitaria, non sia opportuno che operatori esterni lavorino negli ambienti di Palazzo Chigi per produrre servizi televisivi e pertanto, tutte le immagini del presidente del Consiglio vengono realizzate direttamente dagli uffici della presidenza stessa”. (Continua a leggere dopo la foto)
Viale Mazzini scoprì dunque le carte e rispose così ad un’interrogazione del Segretario della Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, che su Facebook si chiedeva: “Perché la Rai, a differenza delle tv commerciali, ha accettato questa situazione? Perché in particolare il Tg1 ha accettato per mesi di trasmettere le immagini decise e vagliate direttamente dagli uffici del premier?”. Anzaldi parlò inoltre di “messinscena orchestrata dai collaboratori di Conte, una situazione da Minculpop che non ha paragoni in nessuna democrazia occidentale”. (Continua a leggere dopo la foto)
E, altra domanda legittima: “Come possono l’Ordine dei giornalisti, la Fnsi, l’Usigrai, l’Agcom non dire e fare nulla di fronte ad una tale lesione dell’autonomia giornalistica? Perché la Rai ha accettato da Conte, e solo da lui a differenza di tutti gli altri esponenti politici e istituzionali, questa imposizione? La Rai può contare su apparato produttivo di circa 6mila tecnici, ai quali si aggiungono innumerevoli appalti esterni per ulteriori 4mila tecnici: 10mila operatori che avrebbero potuto e dovuto occuparsi delle riprese anche di Conte sono stati umiliati, senza peraltro alcun risparmio – concludeva Anzaldi – per il servizio pubblico”. E ora Conte ci fa il discorsetto sulla “censura” per appoggiare Fedez? Ma per piacere!
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