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Cacciari: “Il governo Draghi mente sui numeri. Si rischia una deriva cinese”

Pubblicato il 17/01/2022 12:36

Ha scelto di sottoporsi alla terza dose di vaccino, citando Socrate “che obbedisce alle leggi anche quando non le condivide”. Ma il professor Massimo Cacciari non ha mancato di sottolineare ancora una volta la propria contrarietà alle scelte adottate dal governo per arginare la pandemia di Covid-19. Spiegando, alle pagine de La Verità, di non essere contrario al vaccino ma “alla politica governativa, la più draconiana dell’Occidente, che ha puntato tutto sul vaccino fino all’idolatria. Senza dubbi, senza preoccupazioni”.

Cacciari: "Il governo Draghi mente sui numeri. Si rischia una deriva cinese"

Secondo Cacciari “è evidente che nel mondo non siamo i primi della classifica, è ora che i nostri governanti lo ammettano”. Poi, il filosofo ha puntato il dito contro le nuove restrizioni: “Non ci troviamo in una situazione che giustifichi questa stretta. Io penso invece che i numeri di cui disponiamo ci permettano di dire, cautamente ma tranquillamente, che possiamo superare questo stato di emergenza”.

Nel mirino di Cacciari, i “numeri falsi” forniti dal governo: “Hanno affermato che il principale problema della pandemia sono i no vax. Dire che è tutta colpa dei non vaccinati è semplicemente una favola. Il vaccino è utile, ma dopo qualche mese perde di efficacia. Dunque anche i trivaccinati possono contagiare ed essere contagiati. Basta avere qualche amico intorno per capirlo. A Draghi hanno passato dei numeri sbagliati. Cifre che contraddicono persino quelle dell’Istituto superiore della sanità”.

Infine, Cacciari ha parlato di una situazione nelle scuole “scandalosa. Siamo il Paese sulla faccia della Terra che ha blindato le scuole per più tempo. E anche qui sono le buone scelte politiche a essere mancate. Il risultato è che, soprattutto tra i giovani, aumentano i disturbi psicologici e i tentativi di suicidio. Smettiamola di pensare che ci si ammali soltanto di Covid”. Sulla possibilità di comminare sanzioni incrociando dati sanitari ed elenchi del Fisco, il rischio è quello “di una deriva cinese: temo si inneschi un meccanismo di emergenza permanente, anche facendo leva su questi sistemi di controllo”.

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