Si è abbattuto un ciclone sul Partito democratico in Calabria, a seguito dell’inchiesta che nelle ultime ore ha portato all’arresto, a vario titolo, di personaggi di primissimo piano del mondo politico – la costante è che sono tutti del Pd – e imprenditoriale non solo nell’area del crotonese ma dell’intera regione. Parliamo di 22 persone finite in carcere e 12 agli arresti domiciliari e, nel complesso, di ben 123 persone indagate, ritenute in combutta con il clan di ’ndrangheta Megna di Papanice, piccola frazione di Crotone. Facciamo subito il primo nome, il più clamoroso: Mario Oliverio, già deputato dell’allora Pds, poi presidente della Provincia di Cosenza, infine presidente della Regione Calabria sino al 2020. È accusato di associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose, dunque è indagato (a piede libero) nell’ambito dell’inchiesta Glicine akeronte condotta dai carabinieri del Ros con il supporto dei comandi provinciali di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello Squadrone Eliportato Calabria, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Questi, procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha parlato di “Rete clientelare e politico-affaristica”. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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I soggetti arrestati e gli indagati
Indagati anche gli imprenditori Raffaele e Giovanni Vrenna, rispettivamente ex e attuale presidente del Crotone calcio, ma anche diretti discendenti dello storico boss Luigi Vrenna. Ma il vero dominus di questa amplissima rete clientelare e affaristico mafiosa è Vincenzo Sculco – che si trova agli arresti domiciliari –, ex consigliere regionale della Margherita, che lo stesso Nicola Gratteri, durante la conferenza stampa seguita agli arresti, definisce “Soggetto da tempo implicato nelle dinamiche politico affaristiche della città di Crotone e in grado di influenzare le istituzioni e di eterodirezionare i finanziamenti verso un gruppo di potere privo di scrupoli”. Accanto a Sculco (la cui figlia, Flora, anch’ella ex consigliere regionale, risulta indagata) dunque la figura apicale e il promotore del sodalizio, si pone la persona di Giancarlo Devona in qualità di “organizzatore”, già dirigente del Pd, ex consigliere comunale di Crotone ed ex amministratore pubblico, che viene individuato “quale soggetto di collegamento tra l’imprenditoria crotonese e gli organismi regionali, grazie al ruolo assunto in qualità di segretario particolare del presidente della Regione”. Infatti, il Devona era autista e factotum di Mario Oliverio quando quest’ultimo era governatore. Devona e Sculco avrebbero messo in piedi l’associazione a delinquere in combutta proprio con l’ex presidente della Regione Mario Oliverio, definito anch’egli “promotore”, l’ex assessore regionale Nicola Adamo, “promotore”, l’ex consigliere regionale Seby Romeo, “promotore”, con l’ex assessore comunale di Mesoraca Ernesto Iannone come altro tramite con le cosche. (Continua a leggere dopo la foto)
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La “Sculco connection”
Nell’ordinanza della Dda è scritto che costoro “si associavano al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, in particolare delitti di turbata libertà d’incanti, turbata libertà di scelta del contraente, corruzione, abuso di ufficio, nonché reati elettorali, in relazione alla necessità di implementare una intesa politica, volta ad accrescere il peso specifico dei soggetti politici menzionati, nel Consiglio regionale della Calabria, nei consigli provinciali e nei consigli comunali, in particolare quello di Crotone”. Nella Sculco-connection trovano così un posto in qualità di “partecipi” anche Nicodemo Parrilla, nella qualità di sindaco di Cirò marina e presidente della Provincia di Crotone nella tornata del 2017. Leggiamo su il Giornale che tra i soggetti segnalati vi è la figura di Giovanni De Luca, persona contigua alla potentissima cosca Grande Aracri di Cutro. Stando alle dichiarazioni del collaboratore Giuseppe Giglio, “De Luca si sarebbe messo a disposizione di Oliverio Mario per procacciargli dei voti, nella tornata elettorale del 2014”. In cambio dei buoni uffici, il De Luca sarebbe poi stato assunto, per l’interessamento di Vincenzo Sculco, alla Congesi, società in house del Comune di Crotone, che si occupa della gestione dei servizi. (Continua a leggere dopo la foto)
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La dichiarazione del governatore Occhiuto
“Ringrazio il Ros dei Carabinieri e tutte le forze dell’ordine che questa mattina hanno condotto un importante maxiblitz anti ‘Ndrangheta in Calabria. Emerge un quadro preoccupante, con un’organizzazione che avrebbe messo in piedi un ‘diffuso sistema clientelare’ per la gestione di appalti pubblici”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
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