Osannato dall’Europa e da una bella fetta della sinistra come il salvatore della patria, Mario Draghi non ha certo lasciato un’eredità invidiabile ai suoi successori al momento di lasciare le chiavi di Palazzo Chigi. Come sottolineato dal Fatto Quotidiano, infatti, tra i suoi lasciti c’è anche un clamoroso buco di almeno 4 miliardi di euro, emerso a seguito delle richieste di denaro fatte da Arera in nome e per conto di Snam e Gse. Nelle scorse ore, l’Autorità di regolazione energia reti e ambiente ha ricordato al governo che il gestore della rete gas (la Snam) e il Gestore dei servizi energetici hanno subito una perdita miliardaria sugli acquisti del gas dello scorso anno che dev’essere ripianata. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tutto risale all’estate 2022, quando il governo aveva dato mandato a Snam e Gse di intervenire sul mercato del gas comprando a mani basse per rimpinguare gli stoccaggi. In quel momento storico, il mercato era bloccato dalla penuria di gas e dall’incertezza sulla solvibilità dei compratori con i prezzi in rapida ascesa. Le normative prevedevano che gli operatori pubblici potessero comprare a qualsiasi prezzo, con le perdite che sarebbero state ripianate dallo Stato. Una scommessa decisamente sbagliata. (Continua a leggere dopo la foto)
“Un buco da 4 miliardi”. L’eredità di Mario Draghi
“Mentre l’allora ministro Stefano Cingolani tuonava contro gli speculatori del mercato dell’energia – ha ricordato il Fatto – le uniche a speculare con i soldi pubblici erano le aziende di Stato”. Snam e Gse, in quei mesi, “hanno comprato a qualsiasi prezzo senza rivendere a termine, hanno portato così il prezzo del gas a 350 euro/Mw ad agosto 2022 e conseguentemente l’energia sino a 700 euro/MWh. Solo dopo qualche mese sono iniziate le vendite, quando i prezzi erano scesi per mancanza di acquirenti: così è maturata la perdita di 4 miliardi”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il risultato, paradossale, è che proprio Snam si è rivelato a conti fatti “il maggior speculatore che ha operato sul mercato ad agosto 2022: aveva il mandato di calmierare il prezzo del gas e invece lo ha spinto verso l’alto, facendo pagare due volte agli italiani il costo dell’operazione. La prima volta sotto forma di costo della componente energia (luglio e agosto 2022) e ora sotto forma di oneri di sistema che saranno scaricati sulle bollette del gas da gennaio 2024. Uno dei pochi casi al mondo di speculazione contro se stessi, solo che il conto lo paga qualcun altro”.