Quali sono i bilanci dei sindacati italiani? Una domanda che Michele Zaccardi, attraverso le pagine di Libero Quotidiano, si è posto proprio nei giorni in cui l’Italia rischia di rimanere paralizzata a seguito dell’ennesimo sciopero dei trasporti. Sottolineando, innanzitutto, un punto: “I bilanci ci sono, ma quello che manca sono le informazioni aggiuntive e i numeri”. Secondo il giornalista, per esempio, sul sito della Cgil ci sono sì i prospetti contabili degli ultimi 13 anni, ma il bilancio 2022 sarebbe di contro piuttosto scarno: “Appena 65 pagine. E soprattutto ci si riferisce soltanto alla Confederazione e non alle sigle di categoria”. Ovviamente, stando alle cifre ufficiali la maggior parte dei fondi dei sindacati deriva dai tesseramenti, ovvero le trattenute di circa l’1% sullo stipendio. Per Zaccardi, però, qualcosa sembrerebbe non tornare. (Continua a leggere dopo la foto)
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“A fronte di 5,16 milioni di iscritti – ha scritto il giornalista su Libero – la Cgil dichiara di aver incassato lo scorso anno 21,73 milioni di euro. In sostanza ogni iscritto paga circa 4,2 euro. Un po’ pochino”. Secondo la testata, che ha ripreso un approfondimento dell’Espresso, questi numeri si riferirebbero soltanto alle quote trattenute dalla holding, ovvero in questo caso la Cgil stessa, mentre resterebbero fuori gli incassi delle sigle di categoria (come Fiom o la Fp-Cgil). (Continua a leggere dopo la foto)

Si spiegherebbero così “i bassissimi costi medi riportati a bilancio: 5,45 euro per i dipendenti e 4,17 per i pensionati. Cifre incompatibili con le trattenute sindacali che si aggirano intorno all’1%”. Gli incassi, per il sindacato guidato da Maurizio Landini, “dovrebbero aggirarsi intorno ai 680 milioni di euro solo per i versamenti effettuati dagli oltre 2,5 milioni di lavoratori iscritti, esclusi i pensionati”. (Continua a leggere dopo la foto)

Cgil, nell’ultimo bilancio, ha invece quantificato ricavi per 23,22 milioni di euro. Conti simili anche per le altre sigle: Uil 29,9 milioni, Cisl 27 milioni. Il meccanismo di finanziamento si basa anche su Caf e patronati, con il compito di assistere i cittadini negli obblighi fiscali. Secondo il Sole 24 Ore, nel 2020 i Caf avevano ricevuto 237 milioni di contributo pubblico per svolgere questa funzione, mentre ai patronati (emanazione dei sindacati) era spettata una cifra addirittura superiore.
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