L’amore, si sa, è cieco e quando arriva non si può far altro che assecondarlo. E così Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute, non ha resistito alla tentazione di twittare in rete tutto il proprio entusiasmo nelle scorse ore: “Sono innamorata di Make to care”. Dichiarando dunque i propri sentimenti, senza filtri, nei confronti del progetto lanciato dall’azienda farmaceutica Sanofi. Un’iniziativa che, stando alla stessa Lorenzin, dovrebbe presto trovare “una piattaforma pubblica per ampliarne le possibilità”. Ma di cosa si tratta, nello specifico? A spiegarlo, attraverso le pagine de La Verità, è stato Mario Giordano, che ha riportato la definizione data al progetto dagli stessi autori: “Un contest nato dalla volontà di far emergere iniziative e progetti nella comunità maker”. Qualunque cosa significhi. (Continua a leggere dopo la foto)
Giordano non ha criticato il progetto in sé, sostenendo di non aver nemmeno capito bene di cosa si tratti (difficile, d’altronde, sulla base delle informazioni fornite). Ma si è limitato a far osservare come Lorenzin, che ha lanciato video in cui entusiasta ribadisce “è bellissimo” con gli occhi a cuoricino, non sembra aver adottato quel giusto distacco necessario per un giudizio imparziale. (Continua a leggere dopo la foto)
“Si può essere innamorati del progetto di una casa farmaceutica?” si è chiesto il giornalista. E ancora: “Possibile non si accorga che non è opportuno da parte di chi si è occupato e si occupa della salute degli italiani? Chi produce farmaci non va demonizzato, chiaro. Ma non può nemmeno essere oggetto di un innamoramento”. Lo stesso Giordano ha ricordato poi alcune decisioni prese in passato da Lorenzin, nel corso della sua lunga carriera. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel 2017, per esempio, Lorenzin aveva approvato ben 12 vaccinazioni obbligatorie per poter andare a scuola, provvedimento preceduto da un’intensa campagna allarmistica su un’epidemia di morbillo (“in realtà inesistente”). Successivamente, durante l’emergenza Covid, si era poi battuta più volte a favore dell’obbligo vaccinale. Fino ad arrivare, oggi, alle dichiarazioni d’amore per i progetti delle aziende farmaceutiche.
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