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Autostrade, altro scandalo: un risparmio di 1,2 miliardi sulla manutenzione delle barriere a rischio

Pubblicato il 09/10/2019 15:04 - Aggiornato il 18/11/2019 17:37

Scoppia un’altra bomba in Autostrade. Per 5 anni il colosso controllato dall’Atlantia dei Benetton ha evitato di pagare 1,2 miliardi per mettere in sicurezza le barriere, non più a norma, su tutta la sua rete: una manomissione che riguarda oltre 1600 viadotti in base ai documenti consultati dal Fatto Quotidiano (e pubblicati in un articolo di Carlo Di Foggia e Vincenzo Iurillo).

Il 18 settembre scorso, Luciano Benetton dettò alle agenzie: “Siamo sotto choc per quello che appare dai comunicati della giustizia”. Poche ore dopo silurava l’uomo che per 15 anni li ha coperti d’oro spremendo profitti dalla concessionaria anche a spese della manutenzione.

Intanto a Genova venivano eseguiti gli arresti per i falsi report sui viadotti. E ad Avelli si procedeva ai sequestri per la mancata messa in sicurezza delle barriere (new jersey) dopo la strage del bus precipitato a luglio 2013 dal viadotto “Acqualonga”, sulla A16. Ed è proprio l’inchiesta campana che illumina quello che il quotidiano diretto da Marco Travaglio definisce un vero e proprio “metodo Autostrade”.

Per la strage di Avellino (40 morti) – con il pulmann caduto dopo aver sfondato le barriere con i tirafondi ormai marci – a gennaio scorso sono stati condannati i dirigenti di tronco ma non i vertici di Autostrade, tra cui Castellucci, assolto dall’accusa di omicidio colposo.

Foto Vincenzo Livieri – LaPresse 21-08-2018 – Roma Cronaca Cda di Autostrade. Nella foto la sede Photo Vincenzo Livieri – LaPresse 21-08-2018 – Rome News Autostrade headquarter during the board of directors

La loro linea di difesa è che in Autostrade esiste un sistema di compartimenti stagni che permetterebbe ai dirigenti di decidere di non effettuare la manutenzione sulle barriere dei viadotti, risalenti a prima del 1992, senza informare i massimi vertici. La procura di Avellino la pensa diversamente: il procuratore Rosario Cantelmo e la pm Cecilia Annechino hanno fatto ricorso contro la sentenza considerando la mancata manutenzione sulle barriere il frutto di “una chiara e inequivoca scelta operativa” di Castellucci.

Dopo la strage – si legge nell’articolo del Fatto – Autostrade ha deciso di correre ai ripari a modo suo. Invece di sostituire le barriere, vecchie di 30 anni, ha deciso di modificare il sistema di ancoraggio, cambiando i tirafondi con le barre filettate inghisate in malta cementizia. L’operazione viene fatta su tutti i viadotti della rete di Aspi, quasi 3mila chilometri, senza informare il ministero delle Infrastrutture.

Nel 2015 il capo dell’Ufficio ispettivo di Roma (Uit), Placido Migliorino, che vigila sulle autostrade del centro sud, se ne accorge. Informa il ministero e chiede ad Autostrade di mettersi in regola visto che la misura ha compromesso la capacità delle barriere di reggere gli urti perché non è equiparabile al vecchio sistema Liebig. Autostrade evita di sostituire tutte le barriere sulla rete, come gli impone il cronoprogramma stabilito dal ministero, e risparmia così 1,21 miliardi.

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