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Esplode l’auto “europea”. Due persone ustionate. Indaga la Procura: “Vogliamo la verità”

Pubblicato il 25/06/2023 12:55

Nessuna “bombola di ossigeno”, come era stato subito ipotizzato: l’auto del Consiglio nazionale delle ricerche esplosa all’imbocco della tangenziale di Napoli non era un normale veicolo che trasportava attrezzature elettromedicali, bensì un prototipo di auto ibrida, alimentata dall’energia solare e dalla benzina, creato nell’ambito del progetto “Life” dell’Unione europea, elaborato in nome di quella che sembra essere diventato una ossessione dalle patri di Bruxelles, ovvero la transizione energetica. Mentre emergono dettagli e particolari, sono ancora ricoverati in prognosi riservata, all’ospedale Cardarelli di Napoli, Maria Vittoria Prati e Fulvio Filace, la ricercatrice e il tirocinante del Cnr che viaggiavano sull’auto. Le condizioni dell’ingegnere Prati, 66 anni, sono apparse subito critiche: ha ustioni su circa il 90 per cento del corpo. Gli organi interni del 25enne, laureando in ingegneria meccanica, invece pare siano illesi. I due lottano per la vita, ma poteva essere una strage, fortunatamente scongiurata dal fatto che in quel momento e in quel punto la strada non era trafficata. (Continua a leggere dopo la foto)
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auto esplosa napoli cnr

Il progetto di ricerca

L’auto esplosa a Napoli, una Volkswagen Polo, è fotografata (si tratta dell’immagine che vedete sopra) e ripresa sulla pagina Facebook di uno dei docenti coinvolti nel progetto di ricerca “Life-save”, nell’ambito del programma “Life”, che rendono ibride le auto da rottamare. Dalle immagini si vede il veicolo con carrozzeria colorata, un pannello solare sul cofano e una serie di macchinari sui sedili posteriori. Il direttore dell’Istituto di Ricerche sulla Combustione (IRC) del Cnr, Riccardo Chirone, ha spiegato a la Repubblica che “la vettura è un prototipo affidato all’università di Salerno per un progetto di ricerca europeo sulla ibridizzazione dei motori di cui il Cnr non è partner. Le prove vengono fatte anche su strada”. Il programma dell’Unione europea è nato per sostenere il raggiungimento degli obiettivi della legislazione e delle politiche dell’Unione in materia di ambiente.(Continua a leggere dopo la foto)
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La dinamica dell’evento

L’auto esplosa trasportava delle bombole, presumibilmente con materiale infiammabile. A differenza di quanto ipotizzato inizialmente, tuttavia, non si tratterebbe di ossigeno e materiale elettromedicale. L’innesco potrebbe essere stato causato da un difetto elettrico. Non molti giorni fa, a Treviso, un’auto elettrica ferma in garage ha improvvisamente preso fuoco, senza alcuno stimolo esterno, a conferma ulteriore dei rischi della svolta “green” e delle automobili elettriche, che vogliono far diventare il futuro della mobilità. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le voci dei familiari

Mentre la magistratura indaga, non si danno pace le due famiglie delle persone coinvolte. “Non abbiamo saputo niente della dinamica – affermano i famigliari dell’ingegnere Prati– per quanto tempo Maria Vittoria è rimasta nell’auto e se è stata aiutata a uscire. Tra i suoi colleghi del Cnr, nessuno si spiega l’accaduto”. Fabio Corsaro, cugino del tirocinante Fulvio Filace, altresì ha dichiarato: “Vogliamo capire perché una ricercatrice e uno stagista debbano trasportare un materiale così pericoloso in un’auto comune, chi li ha incaricati, se sono state rispettate le misure di sicurezza. Vogliamo la verità”.

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