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“Una è già esplosa”. Alluvione, auto elettriche in “quarantena”. L’allarme dei Vigli del fuoco

Pubblicato il 26/05/2023 19:40 - Aggiornato il 28/06/2023 22:08

Dovrebbe essere il futuro della mobilità, così dicono, ma appare più come un grande (e pericoloso) bluff. C’è un motivo se a Ravenna le auto elettriche sommerse dell’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna e la Marche, così come quelle ibride, dovranno osservare una quarantena di 15 giorni. “A scopo precauzionale”. Il Comune di Ravenna, tra i più colpiti dall’alluvione, ha emesso l’ordinanza firmata dal sindaco, Michele de Pascale, su disposizione dei Vigili del Fuoco. Il rischio da scongiurare, infatti, è quello che prendano fuoco per il contatto con l’acqua ed è già accaduto nei giorni immediatamente seguenti al nubifragio: un’auto elettrica ha preso fuoco in una concessionaria di Fornace Zarattini, una delle frazioni maggiormente penalizzate dal mancato deflusso delle acque e dal loro ristagno. Il rischio, peraltro, è ben più esteso: come in molti avranno notato, il Web è pieno di video o immagini di auto elettriche che improvvisamente prendono fuoco, anche senza nessun contatto con l’acqua. L’ordinanza dovrebbe permettere a questi veicoli di asciugarsi completamente, perché le batterie di alta tensione ad uso automobilistico, leggiamo su Affaritaliani, sono realizzate in litio e per il loro particolare funzionamento possono incendiarsi proprio a contatto con l’acqua, e questo nonostante l’involucro metallico sigillato ed isolato che le contiene. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’ordinanza

Il proprietario della concessionaria allagata rivela che negli ultimi giorni i vigili hanno “chiesto una mappatura di tutte le auto elettriche presenti in ognuna delle concessionarie di Fornace Zarattini”, proprio al fine di evitare problemi ulteriori in conseguenza dell’alluvione. Dunque: “A scopo precauzionale – si legge nel comunicato del Comune di Ravenna sul sito istituzionale – i concessionari e i soggetti privati che a qualsiasi titolo possiedono veicoli elettrici e ibridi che hanno subito immersione in seguito agli eventi meteorologici dei giorni scorsi, o che si trovano in ambienti particolarmente umidi, devono adottare alcune misure preventive a tutela della pubblica incolumità”. In particolare, prosegue ancora l’orindanza, tali veicoli devono essere posti per 15 giorni in quarantena, devono cioè essere tenuti in spazi esterni, “con una distanza tra un veicolo e l’altro, da edifici e da altri veicoli di almeno cinque metri”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il rischio della autocombustione

Tecnicamente, come spiega Motorionline, il rischio è che si creino dei “ponti elettrici”, che conducano la corrente in punti in cui non dovrebbe andare o mandare in cortocircuito la batteria o altre componenti: eventi, questi, che “sono altamente più probabili quando un auto elettrica immersa nell’acqua viene accesa prima che sia completamente asciutta”, pena il danneggiamento dei componenti elettrici del sistema di alto voltaggio.

Gli scenari futuri

A questo punto non possiamo esimerci da una considerazione che non è puramente ideologica, circa la nuova ossessione “green”, ma, oggi più che mai, anche pratica: se il futuro disegnato per noi, ad esempio, dalla Unione europea o dagli investitori dell’alta finanza è il full electric (che non è vero che inquini meno delle emissioni di Co2) in caso di calamità simili, tutti i mezzi di soccorso, le ambulanze, le autobotti dei Vigili del fuoco, se fossero a trazione elettrica rappresenterebbero essi stessi un rischio incalcolabile.

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