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“Ricoveri ridotti del 90%”. Dopo due anni di vaccini e persecuzioni ora si scopre che bastava un’aspirina. Lo studio

Pubblicato il 31/08/2022 09:04

Fa davvero caso, a fine agosto del 2022, dopo più di 2 anni dall’inizio di tutta la vicenda Covid, aprire l’Ansa e leggere: “Covid: con antinfiammatori riduzione del 90% dei ricoveri”. La comunità scientifica è quindi ora concorde su questo punto. Peccato che fino ad ora gli italiani siano stati curati, per ordine di Speranza e del suo ministero, con “tachipirina e vigile attesa”. Sarà forse anche per questo che abbiamo avuto una delle medie mortalità più alte nel mondo? Bastava dunque dare degli antinfiammatori al sorgere dei sintomi per ridurre del 90% le ospedalizzazioni? Ecco, pare proprio di sì. Invece fino a praticamente l’altro ieri i protocolli ministeriali sconsigliavano l’uso dei Fans e anzi dicevano che erano pericolosi per chi avesse contratto il virus. L’importante, però, era pompare il vaccino. La terapia a base di antinfiammatori (in particolare non steroidei, i Fans), avviata all’inizio dei sintomi, riduce il rischio di ospedalizzazione per Covid dell’85-90%. Dopo due anni e mezzo di pandemia la comunità scientifica concorda su un punto: a uccidere i malati è l’infiammazione (o flogosi), non il virus. (Continua a leggere dopo la foto)

Come si legge sull’Ansa, e ora anche sui principali quotidiani italiani che hanno ripreso lo studio, l’ipotesi di intervenire precocemente per spegnerla è stata oggetto di diversi studi e un ampio lavoro pubblicato su Lancet infectious diseases condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Gli autori – Giuseppe Remuzzi, Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis – hanno preso in esame tutti gli studi pubblicati su riviste scientifiche di valore, condotti tra il 2020 e il 2021 (inclusi due lavori dello stesso Istituto Mario Negri), su un totale di cinquemila pazienti, tra gruppi di studio e di controllo. Secondo quanto riportato dal quotidiano, per forme lievi e moderate di Covid i risultati sono di grande interesse rispetto all’efficacia dei Fans. (Continua a leggere dopo la foto)

“Accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni scendono dell’80% (dato accorpato), le sole ospedalizzazioni dell’85-90%, il tempo di risoluzione dei sintomi si accorcia dell’80% e la necessità di supplementazione di ossigeno del 100%. Se i contagi dovessero tornare a salire – prevede lo studio – la terapia precoce con antinfiammatori – è importante che sia gestita dai medici di famiglia, per i possibili effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci – potrebbe scongiurare la pressione eccessiva sugli ospedali (e i costi altissimi dei trattamenti, soprattutto in terapia intensiva), uno degli aspetti più drammatici della pandemia”. Buongiorno! Praticamente gli antinfiammatori sono più efficaci del vaccino. Hanno fatto vaccinare miliardi di persone e bastava un’aspirina. Per non parlare di quanti sono morti in vigile attesa curandosi con la tachipirina… (Continua a leggere dopo la foto)

Ricordate quel bel tweet del televirologo Roberto Burioni? Prendiamo lui ad esempio ma tutti i suoi colleghi impegnati nei dibattiti televisivi e presi come oracolo erano concordi… Scriveva Burioni il 9 giugno 2021: “Aspirina inefficace contro Covid-19. Le terapie domiciliari sono una bugia pericolosa, forse molto remunerativa per alcuni”. Ecco, oggi invece si scopre che – come diciamo noi e i nostri esperti sanitari fin dalla prima ora – le terapie domiciliari avrebbero salvato migliaia di vite. Così come gli antinfiammatori che loro sconsigliavano, perché l’importante era il vaccino che avrebbe salvato tutti. Alla luce di questo, conviene davvero a Burioni parlare di questioni remunerative?

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