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“Il ministero mente, ecco la conferma”. Lo scoop de La Verità sui protocolli Covid: Speranza umiliato. Ora sono guai

Pubblicato il 30/08/2022 13:14

Una a una tutte le bugie della gestione Covid stanno venendo a galla. E il grado di gravità dell’operato dei governi pandemici aumenta di giorno in giorno. Soprattutto perché si tratta di vite umane. È anche per questo che molti stanno provando a cambiare le carte in tavola, facendo credere che il ministero della Salute avesse incluso gli antinfiammatori già nel primo, tardivo protocollo del 2020 sui trattamenti domiciliari dei pazienti con infezione da Sars-CoV-2. Ma uno scoop de La Verità, firmato Patrizia Floder Reitter, smaschera tutto: “La circolare fu emanata «al fine di fornire indicazioni operative tenuto conto dell’attuale evoluzione della situazione epidemiologica sul territorio nazionale», si leggeva nel documento del 30 novembre di due anni fa a firma del direttore generale della prevenzione, Giovanni Rezza. Quindi non erano generiche raccomandazioni, bensì strumento di lavoro cui attenersi per i medici di famiglia, dopo che per dieci mesi si erano dovuti arrangiare, per lo più lasciando finire i pazienti in ospedale o in terapia intensiva”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sulla gestione farmacologica in ambito domiciliare dei casi Covid confermati, cosi come di quelli probabili, le indicazioni del ministero erano “vigile attesa” e “trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo)”, ovvero Tachipirina. La ricordiamo bene la ricetta di Speranza. Consigliava inoltre la misurazione dell’ossigeno, l’idratazione dei pazienti, negando l’efficacia dell’idrossiclorochina e di supplementi vitaminici, di vitamina D, lattoferrina, quercitina. “Nessun cenno ai Fans, antinfiammatori non steroidei che il recente lavoro di metanalisi dell’Istituto Mario Negri e dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, pubblicato su Lancet infictious diseases, ha confermato talmente efficaci, nell’utilizzo precoce, da ridurre i ricoveri del 90%, i tempi di scomparsa dei sintomi dell’80%. Certo, poche righe sottostanti le «indicazioni di gestione clinica» a base di vigile attesa e paracetamolo, nella circolare c’era un generico richiamo alle «linee di indirizzo Aifa sulle principali categorie di farmaci», ma gli antinfiammatori non erano i farmaci consigliati per la gestione domiciliare dei malati Covid”. (Continua a leggere dopo la foto)

Inoltre, il documento dell’Agenzia del farmaco uscì il 9 dicembre 2020, dieci giorni dopo la circolare ministeriale che aveva stilato quello scarno protocollo, buono solo per accelerare i ricoveri dei pazienti sintomatici. “L’Alfa, nei Principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare del 9 dicembre, ripeteva le stesse raccomandazioni comparse nella circolare Aifa: vigile attesa e paracetamolo. La tabella con l’aggiunta dei Fans al paracetamolo era in secondo piano. Bisognò aspettare il 26 aprile 2021 perché il ministro della Salute, Roberto Speranza, aggiornasse (si fa per dire) il protocollo delle cure domiciliari. Rimase la vigile attesa, spiegando che si intendeva il «costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente». Però, nel frattempo, in cinque mesi i morti per Covid erano più che raddoppiati; e accanto al paracetamolo comparvero ufficialmente i Fans”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Il paracetamolo riduce le concentrazioni plasmatiche e tissutali di glutatione, il che potrebbe esacerbare il Covid-19», riporta la metanalisi oggi pubblicata su Lancet. I trattamenti precoci devono essere a base di celecoxib e nimesulide, ma anche di aspirina o ibuprofene, scrivono gli esperti dopo aver analizzato diversi studi internazionali. In Italia, invece, per lunghissimo tempo non è stata riconosciuta l’efficacia dei Fans, le cure domiciliari sono state volutamente ignorate dalle autorità e si è puntata ogni energia solo sul vaccino. Chi può dire, oggi, quante vite si sarebbero potute salvare? E chi ne ha la responsabilità? Conclude La Verità pubblicando le carte che testimoniano le bugie del ministero: “Speranza e i suoi tecnici hanno dunque ignorato antinfiammatori e altri farmaci, sperimentali quanto i vaccini, giocando con la vita delle persone”.

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