La Regione Emilia Romagna ha emanato un’invito a tutte le Aziende sanitarie pubbliche e private del territorio. Secondo la cabina di regia, le strutture in cui vengono assistiti immunodepressi, trapiantati di organo solido o di cellule staminali emopoietiche, di pazienti ematologici o pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia devono essere inibite ai medici ed ai sanitari non vaccinati che sono stati da poco reintegrati sul posto di lavoro. Sono complessivamente 467 gli operatori della sanità non vaccinati.
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Dunque, secondo le indicazioni della Regione, le Aziende sanitarie dovranno effettuare una attenta valutazione delle attività a cui saranno destinati gli operatori sanitari non vaccinanti e reintegrati per effetto delle scelte del governo. Ancora una volta il leit motiv è quello della discriminazione, consigliando di evitare che essi vengano collocati in reparti in cui presenzino pazienti affetti da patologie che riducono le difese immunitarie. I cosiddetti “soggetti fragili”. Si parla ad esempio di trapiantati di organo solido o di midollo, malattie oncoematologiche, malattie in trattamento immunosoppressivo, etc. Inoltre, come riporta quotidianosanita.it, per il reintegro degli operatori non vaccinati si dovrà mantenere l’obbligo dell’utilizzo rigoroso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e il rispetto delle norme igienico comportamentali.
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Queste sono solo alcune delle indicazioni emerse dalla riunione della Cabina di regia Covid della Regione Emilia-Romagna per il reintegro degli operatori sanitari renitenti, che hanno scelto di non sottoporsi alla controversa vaccinazione anti-Covid, come stabilito dal Ministero della Salute di Roberto Speranza lo scorso 31 ottobre. Le Aziende Sanitarie saranno tenute ad effettuare per tutti gli operatori “i programmi di screening previsti e potranno valutare in rapporto a situazioni specifiche, come l’insorgenza di focolai tra pazienti e operatori, l’adozione di ulteriori misure di prevenzione”.
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Nel documento messo a punto dalla Cabina di regia si leggono assurdità di vario genere, come ad esempio: “La scelta antiscientifica, non basata sull’Evidence Base Prevention – -, del rifiuto alla vaccinazione ha quindi riguardato una esigua parte di sanitari, che niente modifica riguardo al successo ed all’efficacia della campagna vaccinale. La vaccinazione risulta tuttora un presidio sanitario imprescindibile per la tutela della salute pubblica ed in particolar modo per i soggetti più fragili”. Sono decine, se non centinaia, infatti, le pubblicazioni scientifiche consultabili sulle più prestigiose riviste che smentiscono categoricamente queste affermazioni, che sembrano essere state stilate a inizio pandemia più che alla fine.
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Ricordiamo che soltanto in Emilia-Romagna sono complessivamente 467 gli operatori della sanità non vaccinati, ovvero lo 0,64% del personale dipendente al 31 ottobre. In particolare, di questi 166 sono infermieri, 88 gli operatori socio-sanitari, 14 i medici dipendenti delle aziende, 21 quelli di medicina convenzionata. La discriminazione dei non vaccinati continua purtroppo ad essere una dura realtà in questo Paese, nonostante le prove, la logica ed i fatti abbiano ormai ampiamente dimostrato la vera realtà dei fatti.
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