Una notizia che è stata un po’ uno scossone nel mondo del giornalismo e che ha generato tanti commenti, retroscena e dibattiti. Massimo Giannini, da sabato 7 ottobre, non sarà più il direttore de La Stampa. Uno sconvolgimento inaspettato, che Alessandro Sallusti su Il Giornale ha definito un “siluramento” voluto dell’editore Gruppo Gedi a causa della trasformazione del “foglio dei borghesi piemontesi in un quotidiano di lotta e dei lavoratori che poteva avere poco futuro”. Nello studio di “Otto e Mezzo“, su La7, per la prima volta il protagonista della vicenda ha affrontato la cosa, in un vero e proprio scontro con il collega. “Mi pare che Sallusti sia contento, ha brindato“, esordisce. “No, assolutamente, anche perché è la fine che tocca a tutti“, risponde per le rime il direttore de Il Giornale. Poi la discussione si anima. (Continua a leggere dopo la foto)
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Massimo Giannini riprende: “Ma di quale fine parli? Io torno a casa mia, La Repubblica, nella quale ho abitato per 33 anni, gli ultimi 11 dei quali come vicedirettore. Torno lì a fare l’opinionista, editorialista, con i podcast, le rubriche. Non vado ai giardinetti. E mi sembra che quello sia un quotidiano altrettanto critico con il governo in carica”. Perché la tesi de Il Giornale è anche quella per cui Giannini sia stato cacciato perché troppo critico con Giorgia Meloni. Alessandro Sallusti si difende: “Ovviamente sono tesi, teoremi. Tra tutti i possibili mandanti io non escluderei neanche il Quirinale, vista la nota diramata nei giorni scorsi dove contestava il tuo titolo d’apertura su La Stampa“. Giannini snobba: “Ma tu credi veramente a quello che dici?”. E ancora. (Continua a leggere dopo il video)
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Alessandro Sallusti vs Massimo Giannini: scontro a “Otto e mezzo”
Massimo Giannini spiega allora la sua versione: “La verità è che da giugno con il mio editore abbiamo avviato una riflessione sulla natura del giornale, su come lo si potesse rilanciare e rivedere nella sua mission. Dopo una prolungata riflessione, l’editore ha deciso di recuperare un rapporto molto più vicino e diretto con il suo territorio e proseguire nell’innovazione. Compito nel quale io sono meno votato, vista l’esperienza condotta in questi anni, che è stata faticosa ma entusiasmante”. Ma la puntata di “Otto e mezzo” del 6 ottobre lascia un’altra chicca. Di discute della vicenda della giudice Apostolico. E Sallusti dice: “Se Giannini scrive che io gli sto sulle palle, può continuare a fare il suo lavoro. Se un magistrato, però, dice che io gli sto sulle palle non può più giudicare me né nulla che sia attinente a me, perché ha espresso un pregiudizio. Quindi non è vero che i magistrati hanno le stesse libertà degli altri”.
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