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“Basta Europa!” I trattori sono il simbolo della protesta contro Bruxelles. Ecco perché ci riguarda tutti

Pubblicato il 31/01/2024 15:42 - Aggiornato il 31/01/2024 16:21

La Rivolta dei Trattori, cominciata in Germania e Francia, si moltiplica in tutta Italia. Oltre 200 automezzi hanno sfilato per le strade di Novara, una quarantina a Cuneo, presidi anche ad Alessandria e in Sardegna. “Senza agricoltura niente cibo”, uno degli slogan più gettonati della protesta. E ancora “Coltiviamo il nostro e il vostro futuro”. Ci sono anche avvisi funerari che denunciano “La morte dell’agricoltura”. E al presidio di Verona si è presentato il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, che ha dialogato con i portavoce del gruppo. “Dobbiamo proteggere il Made in Italy”, ha affermato il ministro. “Se non difendiamo questo livello di qualità, il giusto prezzo, il giusto reddito dei nostri agricoltori, noi come nazione perdiamo il senso di esistere”. (continua dopo la foto)

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Le parole di Lollobrigida hanno toccato un punto fondamentale. “Il Made in Italy è un sistema ampio che ci siamo conquistati con la nostra storia, con la nostra cultura”, ha infatti proseguito. “Un sistema che abbiamo saputo mettere insieme e offrire al resto del mondo”. Insomma, è sempre più chiaro che il punto principale è difendere l’Italia, le sue produzioni, le sue eccellenze. La Rivolta dei Trattori non può lasciarci indifferenti o tiepidi. Perché sta diventando il simbolo della protesta contro l’Unione europea e contro le sue politiche calate dall’alto. Come ha dichiarato Giorgio Congia, uno dei portavoce della protesta di Sassari, “siamo stanchi di farci dire dalla Ue come dobbiamo lavorare”. (continua dopo la foto)

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Il ministro Francesco Lollobrigida

Mentre altre manifestazioni vengono organizzate a l’Aquila e in Abruzzo, altri presidi al Porto di Cagliari e in diverse città, siamo chiamati tutti a una riflessione. Perché la richiesta di un cambiamento che gli agricoltori rivolgono all’Europa riguarda tutti noi. Sono molte le categorie penalizzate dalle politiche dell’Unione. L’economia italiana, in questi vent’anni di Euro, ha pagato un prezzo sanguinoso. In perdita di potere d’acquisto, folli politiche di austerity che hanno bloccato qualsiasi possibilità di crescita. Le politiche monetarie che hanno sospinto la Germania (ora in grave crisi) e ci hanno tenuti al palo. Non è pensabile proseguire in questo modo. (continua dopo la foto)

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Lollobrigida lo ha detto chiaramente: “Dal primo giorno il Governo Meloni è andato in Europa per denunciare le politiche green ideologiche che negli anni hanno messo in ginocchio la nostra agricoltura, considerando la sostenibilità ambientale prevalente sulla sostenibilità economica e sociale. E’ tempo di una svolta netta in Ue”. Speriamo che alle parole seguano i fatti. E riteniamo che, se si vuole preservare il Made in Italy in tutte le sue forme, non si possa restare indifferenti alla protesta degli agricoltori. Che accomuna l’Italia a Francia e Germania. Con un solo grido in sottofondo: “Basta con questa Europa!” E’ giunta l’ora di unirsi e di pretendere un cambiamento, prima che sia troppo tardi.

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