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Fallimento Europa. Ecco come e perché l’Ue è stata il male assoluto per la crescita economica

Pubblicato il 31/01/2024 11:31 - Aggiornato il 31/01/2024 11:32

Ancora una volta, sono i numeri a parlare. E a dire che le politiche economiche europee sono fallimentari. Il dato sulla crescita è impietoso. Il Pil continentale resta fermo nel quarto trimestre. E a pagare il dazio peggiore sono proprio loro, i “maestri dell’austerity”. La Germania, infatti, registra un calo del Pil pari allo 0,3. Il dato complessivo europeo registra un modestissimo +0,5, contro il -0,1 del trimestre precedente. In sintesi, l’Europa ha schivato per poco la recessione, ma c’è poco da esultare. Il Continente vive un periodo di stagnazione. E per il 2024 le stime sono viste ulteriormente al ribasso. L’Irlanda è il Paese con il dato peggiore nell’ultimo trimestre (-0,7). Meglio va a Portogallo e Spagna (+ 0,8 e + 0,6). Per l’Fmi, a livello mondiale si registra una crescita del 3,1%. Quindi il problema è soprattutto europeo. (continua dopo la foto)

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La Ue, ancora una volta, si conferma il “male assoluto” per la crescita economica. Miopia, interessi particolari, incapacità di leggere presente e futuro portano a questi risultati. La fase recessiva della “locomotiva” tedesca è un dato preoccupante. E l’Italia, in questo quadro non certo esaltante, come si pone? La nostra crescita resta inchiodata attorno allo zero virgola, ma questo si sapeva. Le stime preliminari, però, portano il governo a un moderato ottimismo. Per il 2023 il Pil dovrebbe crescere dello 0,7%, un dato che secondo il Fmi dovrebbe permanere anche nel 2024. Va detto però che sul futuro pesano le tante incognite che la situazione internazionale si trascina. A cominciare dalle guerre e dalle tensioni sparse per il Pianeta, soprattutto nel Mar Rosso. La “guerra commerciale” all’Occidente iniziata dagli Houthi, i guerriglieri yemeniti, solleva infatti molti timori per le conseguenze che potrebbe avere nel prossimo futuro. (continua dopo la foto)

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Il governatore della Banca d’Italia Panetta si aspettava che la situazione in Medio Oriente causasse un ribasso immediato del nostro Pil, e ciò non è avvenuto. Il Tesoro può tirare un sospiro di sollievo, le stime di una crescita allo 0,8 sono state quasi rispettate. L’ultimo trimestre ha registrato una crescita dello 0,2%, grazie a un incremento della produzione industriale, dei servizi e a una dinamica positiva nel rapporto commerciale import-export. Confcommercio, in una nota, scrive comunque che “rimane molto difficile ipotizzare dinamiche in grado di generare uno sviluppo superiore all’1%” anche per il prossimo anno. Infine, una nota sull’inflazione. A livello globale è destinata a diminuire dal 6,8 al 5,8% nel 2024. E le economie avanzate dovrebbero godere di una disinflazione più rapida. Guerre e conflitti permettendo.

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