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“Questi partiti vanno messi al bando”, l’idea liberticida dei Verdi Ue: “Non rispettano i valori europei”

Pubblicato il 30/01/2024 20:55

Verdi Ue, “mettere fuorilegge sovranisti populisti” – Sarà l’approssimarsi delle elezioni europee, ma nella sinistra non solo italiana traspare un certo nervosismo, e dunque si grida al pericolo del fascismo, nel 2024, oppure, nella versione europea, ai movimenti “sovranisti” e/o “populisti”, invocandone la messa al bando: questo sì un comportamento fascista. Ma spieghiamoci meglio. La tedesca Terry Reintke, co-presidente del gruppo dei Verdi, ha proposto di mettere al bando Identità e democrazia, il gruppo parlamentare europeo di cui fanno parte Lega, Rassemblement National, e Alternative für Deutschland, perché “non aderisce ai valori europei”. Lo strumento tecnico che vorrebbe usare Reintke è quello di rivolgersi alla Autorità per i partiti politici europei, istituzione pressoché sconosciuta su cui torneremo in seguito, per avviare un’inchiesta che dimostri l’incompatibilità di Identità e democrazia con l’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea, il quale recita: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze”. Vi è, poi, il regolamento numero 1141 del 2014, relativo allo statuto e ai finanziamenti dei partiti europei, che afferma all’articolo 3 che ciascun partito debba “rispettare in particolare nel suo programma e nella sua attività, i valori su cui è fondata l’Unione europea, enunciati all’articolo 2 Tue”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Idee antieuropeiste”

Dunque, sempre nelle parole di Terry Reintke riprese da La Verità, chiunque sia portatore di “idee antieuropeiste” viene descritto, di fatto, alla stregua di un “fascista”. Un’equazione che la dice lunga sul delirio in cui è avviluppata una certa sinistra. Comunque la si pensi – e non è certo necessario avere simpatia per la Lega – è una misura, quella proposta, oltremodo grave, liberticida anche. “La democrazia liberale che abbiamo costruito”, dice proprio così Terry Reintke, non dovrebbe contemplare la censura e la messa al bando di partiti e movimenti che sono stati eletti dai cittadini, ma tant’è.
L’europarlamentare della Lega e presidente di Identità e democrazia, Marco Zanni, ha prontamente replicato: “I Verdi, evidentemente preoccupati dal loro calo nei sondaggi e dalla crescita della Lega e dei suoi alleati in Europa, propongono addirittura di mettere fuori legge Identità e democrazia. Se una cosa non piace a loro, va bandita, censurata, cancellata”. Stranisce non poco, almeno chi scrive, il fatto che a dare patenti di democraticità sia l’élite di Bruxelles, che opera quotidianamente contro gli interessi dei quasi 500 milioni di cittadini comunitari, attraverso misure economicamente controproducenti (per il cittadino) come la direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili, per fare un esempio, e che si è distinta per la discriminazione nei confronti di chi non si conformasse alle imposizioni ai tempi del Covid-19, e che ha peccato di gravissima mancanza di trasparenza riguardo l’approvvigionamento vaccinale, avvenuto tramite i famigerati Sms segreti tra Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla. Ebbene, costoro ora tramano per escludere dal consesso democratico chi non gli aggrada. (Continua a leggere dopo la foto)
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Chi deve decidere

La cosa che allarma è che, tecnicamente parlando, potrebbero farlo davvero: non tutti sanno che, nella pantagruelica macchina dell’Unione europea, contraddistinta da oscuri organismi guidati da oscuri burocrati, la registrazione dei partiti politici avviene attraverso la già citata Autorità per i partiti politici e le fondazioni politiche europee, il cui direttore risulta essere l’avvocato francese Pascal Schonard, e presumiamo che neppure il lettore ne abbia mai sentito parlare. Infine, una piccola annotazione: i “populisti” per antonomasia, nonché ferventi antieuropeisti, erano i grillini della prima ora. Eppure, ora che il Movimento cinque stelle è entrato nell’alveo dei “buoni”, può continuare a urlare i suoi slogan.

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