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Affitti brevi, cambia tutto: partita Iva, sanzioni e nuovi standard. Tutto quello che devono sapere i proprietari di appartamenti

Pubblicato il 08/09/2023 10:51 - Aggiornato il 29/09/2023 14:54
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Si mette male, anzi malissimo per i proprietari di appartamenti che operano nel settore degli affitti brevi. La nuova norma voluta della ministra del Turismo Daniela Santanché per rimettere ordine in un mondo più che mai complesso e articolato porta con sé alcune amare sorprese. Una nuova e seconda bozza del disegno di legge, diffusa e letta da alcuni quotidiani, abbassa infatti da 4 a 2 case la soglia oltre la quale l’attività di chi affitta su Airbnb & Co. diventa professionale. Questo comporta l’obbligo di aprire una Partita Iva (con tutto quello che ne consegue) e anche l’addio alla tassazione di favore della cedolare secca. Verrà inoltre istituito, come avevamo già anticipato, un nuovo codice identificativo di cui tutti gli appartamenti dovranno dotarsi. Ma vediamo cosa cambia nel dettaglio. (Continua a leggere dopo la foto)
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Altro punto importante della norma sugli affitti brevi: si depotenzia il vincolo di almeno 2 notti di permanenza degli ospiti, per ora limitato ai soli centri storici delle città metropolitane. Quanto al Codice identificativo nazionale, al posto degli attuali regionali, ogni appartamento dovrà ottenerlo ed esporlo negli annunci sulle varie piattaforme, oltre che all’ingresso della struttura. Ma attenzione: agli appartamenti privati offerti ai turisti si impone anche il rispetto degli stessi requisiti igienico-sanitari e antincendio previsto per gli hotel. Questo perché gli albergatori, messi in crisi da questo nuovo mondo di privati che concedono seconde o terze casa per affitti brevi e a minor costo, avevano lamentato proprio i diversi standard e la relativa concorrenza sleale. (Continua a leggere dopo la foto)
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Affitti brevi, nuova norma, nuova stretta: ecco la soglia

Altro punto nevralgico della norma sugli affitti brevi ai turisti è l’abbassamento della soglia oltre la quale questo tipo di attività diventa “professionale”: dalle attuali 4 abitazioni a si passa a 2. Come spiega Repubblica, “significa che se un privato offre sulla piattaforma tre case dovrà aprire la Partita Iva, iscriversi al registro delle imprese e perderà il vantaggio della cedolare secca, cioè la stessa imposizione di favore al 21% riservata agli affitti di lungo periodo. Questa novità sembra applicarsi anche ai privati chi dà in gestione gli appartamenti a delle società professionali, i property manager.

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