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Scuola, nuovi banchi, Arcuri tiene segreti i nomi e la nazionalità delle ditte fornitrici

Pubblicato il 24/08/2020 10:13

Prima le vicende del lockdown, adesso avvolta da una fitta nebbia anche la vincita della gara di appalto per banchi e sedute innovative.

Questo governo è il governo del mistero, dei pastrocchi e delle promesse cantate al vento. Non solo i termini del bando indetto per la produzione dei banchi per la scuola ha fatto rivoltare il settore perchè imponeva una quantità di fornitura a tempi record “impossibile” e una volta che si sono resi conto dell’assurdità della rischiesta hanno cambiato il bando in itinere sulla data di consegna facendola slittare dal 12 di agosto (e non si discute) ai primi di ottobre, adesso -come se tutto ciò non fosse di per sè abbastanza vergognoso- non si esprimono in merito ai nomi dei vincitori del bando.

Con il comunicato il commissario speciale Domenico Arcuri si è limitato a dare pochissime informazioni. Si sa solo che sono 11 i contratti di affidamento ad aziende e a raggruppamenti di imprese per la fornitura dei 2,4 milioni di banchi monoposto, sia tradizionali che con sedute innovative (ovvero con le ruote). “Sono tutte aziende italiane o dell’Unione europea”. Questa non è assolutamente la risposta che i cittadini e le imprese del settore italiano meritano di sapere.

Primo perchè parliamo di bando e soldi pubblici, secondo perchè una fornitura così importante, a maggior ragione che ci troviamo in un contesto di crisi economica così profonda, avrebbe DOVUTO essere un’occasione per il rilancio del comparto del mobile: del comparto del mobile italiano. La filiera produttiva del nostro Paese sta crollando a pezzi e il nostro governo manda fuori dall’Italia quella poca iniezione di liquidità che ha deciso di dare. Nemmeno un centesimo sarebbe dovuto uscire dai confini. Servivano garanzie che questi soldi, anche per quanto riguarda le aziende italiane, finissero per aiutare davvero la produzione del Made in Italy e artigiani del nostro territorio.

Il sospetto è che Arcuri e Azzolina non rivelino i nomi per tener nascosto questo ‘paparacchio’. “11 milioni di mascherine al giorno e 170mila litri di gel igienizzante la settimana nelle scuole”, ecco la nuova filastrocca recitata dal Commissario, un ottimo strumento utilizzato per spostare l’attenzione e decantare quel poco che sono riusciti a fare, l’unica cosa certa, il minimo indispensabile che ci sarà con la ripartenza, ammesso che avvenga, mai dire mai con questo governo.