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“Green pass favorisce la grande distribuzione: è concorrenza sleale”. La denuncia dei commercianti

Pubblicato il 31/01/2022 11:34

Il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, attacca duramente la novità del nuovo Dpcm che fissa l’elenco di esercizi esonerati dal chiedere il Green pass dal 1° febbraio. E sottopone all’attenzione del governo una questione gravissima: “Siamo al ridicolo: dal 1° febbraio chi è senza green pass potrà acquistare il quotidiano al supermercato, ma non in edicola. E lo stesso vale per profumi, pentole, televisori o magliette, che saranno in vendita per tutti sugli scaffali della grande distribuzione organizzata, ma non nei negozi specializzati, dove entrerà solo chi ha la certificazione verde. È una norma assurda e inaccettabile, con cui di fatto il Governo favorisce la concorrenza sleale ai danni dei negozi, che già fanno salti mortali per sopravvivere tra calo dei consumi, crisi da Covid e caro bollette”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Abbiamo sempre accettato il green pass – dice a Today – convinti che possa essere uno strumento per dare un impulso decisivo alla campagna vaccinale, aumentare i livelli di sicurezza e non chiudere più le nostre attività. Lo consideriamo un “male necessario” per uscire più in fretta dall’incubo della pandemia, nonostante le complicazioni burocratiche e gestionali che derivano dalla sua applicazione e che gravano solo sulle nostre spalle. Ma non possiamo tollerare che diventi un mezzo per creare figli e figliastri tra le imprese”, continua Marinoni. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ora si sfiora l’assurdo – spiega – quando per acquistare gli stessi prodotti io non ho bisogno del green pass se entro in un supermercato, mentre mi serve se mi rivolgo ai negozi della distribuzione tradizionale, dove probabilmente mi fermerei giusto il tempo necessario per gli acquisti, condividendo lo spazio con un numero assai inferiore di persone”. Confcommercio chiede che il governo torni sui suoi passi: “a più livelli stiamo facendo pressione perché il legislatore corregga l’evidente anomalia in tempo per l’entrata in vigore dell’obbligo – spiega Marinoni – non è solo una legittima questione legittima di principio, si tratta di evitare altre perdite di incassi e fatturato a piccole e medie imprese già provatissime”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Con gli ultimi Dpcm – aggiunge il presidente di Confcommercio Toscana – sembra di essere tornati ai provvedimenti d’urgenza che hanno scandito i primi mesi della pandemia, ai tempi del governo Conte, quando un imprenditore andava a dormire la sera senza sapere se il giorno dopo avrebbe potuto aprire bottega oppure no. Dopo due anni, infatti, stiamo ancora all’emergenza, a barcamenarsi tra regole e regoline che fanno troppi distinguo sul possesso di green pass semplice o rafforzato, sui luoghi in cui sono obbligatori oppure no, sull’età dell’obbligo vaccinale. E, quel che è peggio, ancora una volta si scarica sui negozianti l’onere dei controlli. Troppe regole equivalgono a nessuna regola, sono ingestibili. Una semplificazione sarebbe stata auspicabile”.

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