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Conte pronto al Ter pur di non mollare la poltrona. Italia appesa al “fattore-Tabacci”

Pubblicato il 23/01/2021 09:47

Due bis, ter, quater, coalizione, allargato, di scopo… Ormai Conte è pronto a tutto pur di non mollare la poltrona di Palazzo Chigi. In un teatrino sempre più patetico, ora emerge tutta l’avidità di potere del fu avvocato del popolo. L’operazione “Responsabili” non decolla, i numeri non tornano e allora adesso Conte apre definitivamente le porte al Ter. Il suo terzo governo con la terza maggioranza diversa. Record! “Io di certo non mollo”. Chi ha sentito Giuseppe Conte nelle ultime ore, lo ha visto determinato ad andare avanti, pronto a qualsiasi soluzione pur di restare nel Palazzo. Con la perdita dell’Udc e alcuni conti in Aula che non tornano, per molti l’unica uscita possibile dalla crisi è aprire di nuovo la porta a Italia Viva e al suo leader, come sperano ormai anche autorevoli dirigenti del Pd. Ma per quanto l’operazione costruttori stenti a decollare, il presidente del Consiglio non vuole saperne. (Continua a leggere dopo la foto)

E lo ha detto forte e chiaro agli ambasciatori e ai pontieri: “Mai con Renzi”, è la risposta categoria dell’avvocato. Come racconta il Corriere, “a porte chiuse, parlando di Renzi, Conte non si stanca di ricordare tutti ‘i diktat e le minacce’ che ritiene di aver subìto in questo anno e mezzo di governo. Perché mai, se pure si trovasse il modo di ricucire e rilanciare l’esecutivo, Renzi dovrebbe cambiare atteggiamento?”. Conte teme che “Italia Viva alzerebbe sempre più il prezzo, anche sui ministeri” e l’azione dell’esecutivo finirebbe paralizzata dai veti. Conte è forte dell’idea che il Movimento, la forza numericamente più rilevante, non accetterà mai di sacrificarlo per accontentare un piccolo partito come Italia Viva. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Per Conte – scrive ancora il Corriere – l’unica vera prospettiva è che un drappello di senatori di Italia Viva strappi e abbandoni Renzi. Mercoledì si vota la relazione del ministro Guardasigilli Alfonso Bonafede sulla giustizia e se l’ex premier confermerà l’intenzione di votare no, il governo andrà sotto. A meno che proprio quel giorno non si palesino i nuovi costruttori da Italia Viva, da Forza Italia e dall’Udc. Conte sembra non aver perso la fiducia. Continua a pensare che ‘quando i senatori capiranno che si va davvero a votare si staccheranno’ e non si stanca di telefonare e ricevere pontieri e costruttori”. A Palazzo Chigi è un via via. C’è salito persino Bruno Tabacci, il quale sorridendo sornione rimarca che sono 13 i deputati che vanno ad arricchire le fila della componente ‘tabacciana’ alla Camera ‘Centro democratico-Italiani in Europa’. (Continua a leggere dopo la foto)

Classe ’46, da Quistello, in provincia di Mantova, democristiano della prima ora (a 18 anni è già iscritto alla Balena Bianca), navigato parlamentare, da qualche mese veste i panni di pontiere per conto di Giuseppe Conte. L’obiettivo immediato è provare a dar vita a un “gruppo strutturato con oltre venti parlamentari”, una sorta ‘contenitore’, primo passo per realizzare poi un progetto politico di stampo centrista a lunga scadenza, in vista delle prossime politiche. È ridotto così Conte, aggrappato al “fattore Tabacci”, e con loro anche le sorti dei cittadini che continua a morire e delle imprese che continuano a chiudere. Povera patria.

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