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“Concorsopoli Pd”, si dimette il presidente del consiglio del Lazio, fedelissimo di Zingaretti

Pubblicato il 07/04/2021 17:07

Il presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Mauro Buschini, esponente di spicco del Partito Democratico e vicinissimo al governatore dem Nicola Zingaretti, si è dimesso a seguito della vicenda “Concorsopoli”, ossia le assunzioni a tempo indeterminato alla Pisana di 16 partecipanti a un bando del comune di Allumiere (RM). Dopo una dura offensiva dei consiglieri d’opposizione, ma pure dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino (che su Repubblica aveva parlato del “criterio della fedeltà a una corrente o al politico di turno” capace di prevalere su quello del merito) e di alcuni membri dello stesso Pd, salta dunque la prima testa eccellente. Il deputato Matteo Orfini aveva addirittura dichiarato: “È sconcertante, è necessario fare chiarezza subito e senza timidezze”. Insomma, anche il Pd ora ha la sua “stipendiopoli” o “concorsopoli”. (Continua a leggere dopo la foto)

Infatti i fari ora sono tutti puntati sulle modalità con cui sono avvenute le assunzioni. Il meccanismo – riporta Il Giornale, è il seguente: “Quando un ente deve assumere personale può attingere dalle graduatorie stilate in uno dei paesi limitrofi. I partecipanti ai bandi di concorso, infatti, lo fanno sperando di entrare nelle graduatorie, a prescindere dal posto in sé, ma augurandosi che da un comune vicino, magari più importante, possano essere pescati proprio da quell’elenco. Ancor meglio se, anziché un comune, ad attingere alla graduatoria sia una Regione. Come infatti è accaduto: la Pisana, alla ricerca di 16 funzionari, ha assunto proprio alcuni dei partecipanti al bando di Allumiere, dove erano risultati idonei in 90 a fronte dei soli 5 posti da coprire. E tra questi 90 c’erano profili da anni impegnati in politica, non solo nel Pd ma pure (in minima parte) in altri partiti come M5S e Lega. Tutto formalmente legale”. E fin qui tutto “ok”, però… (Continua a leggere dopo la foto)

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A destare scalpore sono stati i nomi dei “fortunati”. Tra loro, anche due collaboratori di Buschini: “Matteo Marconi, segretario del Pd di Trevignano Romano, Arianna Bellia, assessore Pd di San Cesareo, come pure un componente del circolo dem di Frosinone (feudo di Buschini). Lo stesso sindaco del comune dell’hinterland romano, Antonio Pasquini, da tre anni collabora con Buschini. Alla luce di queste associazioni dirette, quantomeno ‘inopportune’, l’esponente della corrente Pensare Democratico, di cui fanno parte anche Francesco De Angelis e Sara Battisti, ha deciso di fare un passo indietro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Buschini paga anche per gli altri, però, poiché alla guida dell’Ufficio di Presidenza che ha ratificato le nomine c’era lui, ma di cui fanno parte anche i suoi due vice: il grillino Devid Porrello e il leghista Giuseppe Cangemi. E tra le investiture, infatti, ci sono anche nomi vicini a loro due. Per questo, il consigliere di FdI, Chiara Colosimo, spiega al Giornale.it che “dovrebbero dimettersi tutti i componenti dell’ufficio di presidenza che ha dato il placet, indipendentemente dalle eventuali irregolarità che verranno nel caso accertate dalla Procura”.

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