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“È la fine del terzo polo”. Rissa fra Renzi-Calenda: “Scoppia tutto”. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 11/04/2023 16:41 - Aggiornato il 11/04/2023 17:17

Dove passa Matteo Renzi non cresce più l’erba, verrebbe da dire. Lo stop al partito unico e la fine del cosiddetto Terzo Polo sono nell’aria da tempo. Le scintille tra Azione e Italia Viva, specie ora che Renzi ha fatto un passo “di lato” e sarà dal prossimo 3 maggio il nuovo direttore editoriale de Il Riformista, pur se le sempre più insistenti voci di addio al progetto dell’alternativa laica tra destra e sinistra sono state smentite dallo stesso Calenda, che dice: “Ma figuriamoci”. Ora è in dubbio lo stesso congresso che avrebbe dovuto sancire la nascita di un partito unico, presumibilmente guidato da Calenda, che più di Renzi ha sempre spinto su questo tasto. Proprio l’incarico editoriale dell’ex presidente del Consiglio, che quelli di Azione hanno appreso dalla stampa, sarebbe all’origine della rottura che pare imminente, e inevitabile. In realtà, dopo il recente richiamo di Carlo Calenda a Matteo Renzi, perché l’ex premier “non confonda” politica e informazione, anche il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, è tornato sul doppio ruolo del leader di Italia Viva: “Deve decidere se fare politica o informazione”. Oggi dalla lettura, tra gli altri, de la Repubblica, emergono così fonti anonime che racchiudono il pensiero dei calendiani: “L’unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva, per non perdere i fondi del 2×1000“, e non dover finanziare “il nuovo soggetto e le campagne elettorali”. (Continua a leggere dopo la foto)
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terzo polo rottura calenda renzi

Dunque, “A questo punto da Matteo servirebbe un chiarimento radicale”. Un big di Azione, interpellato dall’agenzia Ansa, ha mandato messaggi molto chiari ai renziani: “Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico – ha detto la fonte che ha chiesto di restare anonima – e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. Di segno opposto le tesi, sempre anonime, degli esponenti di Italia Viva: “È stato Carlo a voler rompere, Renzi ha dato tutta la sua disponibilità a discutere”. Frattanto, per stasera lo stesso Matteo Renzi ha convocato una assemblea al Senato con tutti gli eletti nazionali e regionali. “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva”, hanno affermato i due portavoce nazionali, Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, che difendono il loro leader: “Gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?”. La guerra fredde tra i due (ex?) leader del progetto del Terzo Polo va avanti a colpi di dichiarazioni rappresentanti dell’una e dell’altra parte, anonime o no. (Continua a leggere dopo la foto)
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Duro, ad esempio, il deputato di Italia viva Davide Faraone: “Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico”. Cerca di smorzare le tensioni, su Twitter, Maria Elena Boschi: “Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione”. Invece, “Matteo Renzi – sempre secondo i virgolettati anonimi ripresi dalla stampa – ha sostituito a sorpresa Ettore Rosato alla guida del partito, per controllarne direttamente i soldi e la struttura. In questo modo ha delegittimato anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo dove oggi non siede nessun rappresentante di Italia viva in grado di prendere impegni”.

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