Scripta manent. Con un colpo a effetto, Giorgia Meloni oggi ha mostrato un fax durante le comunicazioni – ieri alla Camera e oggi al Senato – in vista del Consiglio dell’Unione europea, accendendo gli animi in una seduta già piuttosto accesa. Tutti i deputati del centrodestra si sono alzati ad applaudire mentre quelli di M5s ed alcuni del Pd hanno iniziato a protestare. L’argomento era il Mes, il Meccanismo europea di stabilità altresì e pomposamente appellato “Fondo salva-Stati”, che le opposizioni esortano a ratificare, accusando l’attuale governo di “bloccare l’Europa”. Ricostruiamo le fasi del dibattimento sino allo sbugiardamento definitivo. Dapprima, circa il Patto di Stabilità, Meloni rivendica “una posizione pragmatica”, talché “non avrebbe senso che l’Europa, nel momento in cui deve definire qual è la governance, non tenesse conto di ciò che ha incentivato gli Stati nazionali a fare”. Di contro, per quel che riguarda il Mes, “Avete firmato l’intesa senza dirlo agli italiani”. Ecco, dunque, che la presidente del Consiglio ha sventolato il fax, dimostrando che l’impegno a ratificare il Mes sia stato preso dal governo Conte “contro il parere del Parlamento, senza metterci la faccia, e con il favore delle tenebre”. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
>>> “È stato il vaccino Covid, per questo vi racconto il mio tumore”. La testimonianza choc al Giornale d’Italia
L’ok al Mes all’insaputa degli Italiani
Il fax in questione, firmato dall’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, autorizzava l’assenso del governo italiano alla ratifica delle modifiche al Mes. Occorre fare attenzione alle date: la comunicazione è datata al giorno dopo le dimissioni del governo Conte, il 27 gennaio del 2021, quando (in teoria) era in carica solo per gli affari correnti. E dunque: “Capisco la vostra difficoltà e il vostro imbarazzo – afferma la premier, con una dura stoccata ai grillini –, ma dalla storia non si esce”. E ancora: “Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”. Il consenso alla ratifica del Mes che oggi impegna anche noi pare, quindi, dettato da una leggerezza disarmante, nonché uno sgarbo istituzionale che ha scavalcato il Parlamento e che è avvenuto in maniera irrituale, quantomeno. Senza l’opportuno mandato parlamentare. E così giungiamo al colpo di scena: “Avete negato che il governo Conte abbia dato alla chetichella l’assenso alla riforma del trattato del Mes. Colleghi, vi ho portato il fax“, ancora nell’intervento di Giorgia Meloni. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Il ritorno delle mascherine”. Vogliono imporci un’emergenza senza fine: l’annuncio

Carta canta
La presidente del Consiglio, poi, ha letto il contenuto del documento inviato a Maurizio Massari, all’epoca rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea, da Luigi Di Maio con l’autorizzazione a siglare il Mes. C’è scritto: “La Signoria Vostra è autorizzata a firmare l’accordo recante modifica del trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità. Firmato Luigi Di Maio”. E pensare che ai tempi del comico-leader l’Europa era la bestia nera dei grillini. Oggi non più: carta canta, come si dice.
Potrebbe interessarti anche: Nature sbugiarda Pfizer: “Ecco i rischi dell’mRNA.” Lo studio choc di Cambridge