Continuiamo a condividere le numerose lettere di testimonianza che riceviamo. Dal ristoratore, al commerciante, dallo studente all’artigiano: tutti abbandonati in balia delle difficoltà economiche e non solo… Ma dai piani alti del Palazzo, il governo non lo vede o peggio fa finta di non vederlo. Non possono non ascoltarci!
Edoardo ci scrive: “Ieri ho chiesto istanza Ristoro ma mi è stato risposto picche. Infatti in meno di 24h mi hanno risposto che non ne ho diritto, anche se la mia attivita’ di bar è stata chiusa nel 1° lookdown per 70gg e adesso ci sarà quello di natale. Molto probabimente come altre partite iva sarò costretto a fallire.”
Marco ci scrive: “Ciao Gianluigi io sono un tabaccaio e da quando ‘sto governo di incompetenti, amici delle banche, ha interrotto il cashback, discuto coi clienti sul fatto. Non mi possono pagare con la carta, io non ho intenzione di venire a lavorare 12 ore al giorno e lavorare in perdita e perdendo anche dei clienti, perché loro devono ingrassare le banche, devono annullare le commissioni bancarie sul transito a carico dell’esercente o farlo pagare a chi acquista visto che vuole il servizio e i servizi si pagano.
Es: vado in albergo voglio il servio in camera lo pago, voglio qualsiasi altro extra che non è compreso nel pernottamento lo pago. Volete pagare con carta elettronica, pagate il servizio. Non ne possiamo più. Non riusciamo a tirare a fine mese, diglielo ai pagliacci la prossima volta in parlamento. Ho amici con partita iva che sono in lacrime, danno le briciole ai ristoratori, ma almeno sanno quanto paga un ristorante solo di bolletta elettrica al mese primo di dare i soldi (se arrivano)? Marco.”
Michele ci scrive: “Caro Gianluigi scrivo a te perché sei l’unico che forse può darmi voce. Capisco tutta questa attenzione verso bar e ristoranti, ma bisognerebbe dare anche più attenzione alle altre attività dei centri storici dove per lo più gli affitti sono stellari. Io sono titolare di una tabaccheria del centro di Torino e ho visto diminuire il mio fatturato del 60/70 % (essendo costretto a rimanere aperto) perché senza i turisti il centro è deserto. Perché a me non spetta nemmeno un euro di ristoro? Perché non fare come negli altri paesi dove si ristora in base al fatturato dell’anno prima? Michele.”
Alessandro, un giovane studente, ci parla di speranze per il futuro e di quanto sia difficile vivere questo momento. La sua lettera ci propone il punto di vista di un giovane che con sacrifici si dedica alla formazione, ma cosa sarà dei nostri giovani? “Buonasera. Sono un ragazzo come tanti, un ragazzo universitario, che non ha certezze di cosa sarà il suo futuro e non ha certezze sulla ripresa delle lezioni in presenze. Un ragazzo come tanti, che aspetta solo di sentir parlare il Ministro dell’Università (che non prende mai una posizione). Viviamo nell’ombra di atenei che percepiscono i nostri soldi senza capire dove vadano a finire, viviamo e ascoltiamo le lezioni da remoto ormai da mesi senza sapere quando potremo riassaporare la vita universitaria
Mi sono laureato a casa, con i miei genitori e basta! Credo non si possa parlare di futuro, di scuola, con loro che continuano ad aprire e chiudere! L’educazione ossa dai luoghi educativi, non sappiamo quando riaprirà e come riaprirà la scuola, gli oratori che non possono fare quello che da secoli fanno. È un periodo difficile per tutti! Non si può assolutamente negare! Ma loro.. non pensano ai ragazzi? Ai loro figli? Non lì ascoltano?! Alessandro.”