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“Mi vietano di lavorare, ma non mi danno il diritto a nessun ristoro. Non ho più una vita”

Pubblicato il 15/12/2020 12:45 - Aggiornato il 15/12/2020 12:46

“Non lasceremo indietro nessuno”, dicevano. Il premier era così orgoglioso che si sentiva sicuro di ritenere che avrebbero, lui e la sua corte, lasciato un segno nella storia. “Potenza di fuoco poderosa”, l’aveva definita annunciandola davanti alle telecamere di tutta Italia. La stessa Italia che stanno portando alla rovina. Continuiamo a pubblicare le lettere che moltissime persone ci stanno inviando per denunciare e raccontare la loro storia, segnata da sacrifici e da grosse difficoltà economiche.

Ci scrive Marta Roverato: “Mi chiamo Marta, ballerina professionista e insegnante di danza, di flamenco nello specifico. Avevo una bella vita, adesso non ho più una vita. Dopo tanti sacrifici, tante soddisfazioni e lavoro all’estero, da 8 anni sono presidente di un’associazione culturale aps a Padova e ho contratti di lavoro sia come co.co.co. che come collaboratore sportivo.

In tutto il  2020 mi hanno concesso solo 4 mesi di lavoro. Dal 25 ottobre mi è stato imposto di sospendere tutte le mie attività: insegnamento e spettacoli dal vivo, i quali rappresentano la mia unica fonte di sostentamento. La promessa a novembre dei “sostanziosi ristori” è miseramente fallita: i co.co.co. non sono stati minimamente considerati e i collaboratori sportivi per averne diritto non devono avere altri contratti tipo co.co.co

Quindi mi vietano di lavorare e non ho diritto a nessun ristoro. 

Come pensano che una persona possa continuare a vivere dignitosamente? Persone al potere inadeguate e incompetenti stanno compiendo atti sciagurati per non dire criminali, che stanno portando l’Italia e gli italiani alla miseria e alla rovina. 

L’arte, lo spettacolo dal vivo, la cultura gridano vendetta. 

Non voglio uno Stato assistenzialista, desidero solo lavorare. 

Vi prego di fare qualcosa subito!