Di seguito riportiamo la lettera ricevuta da uno dei nostri lettori.
“Buonasera Senatore, mi chiamo L. e sono o forse meglio dire “ero” un musicista professionista. Le scrivo perché la considero uno dei pochi in grado di pensare prima di parlare e i suoi pensieri sono guidati da razionalità, quindi grazie.
Scrivo spinto dalla solitudine che accompagna il mio settore, arte e spettacolo completamente dimenticati. I ristori? Beh elargiti a caso durante il 2020 ma sufficienti a pagare le bollette (quelle non si sono mai fermate) e per qualcuno nemmeno quelle.

Io sono di M, un grande paesone, e noi musicisti ci conosciamo tutti. Io sono fortunato perché sono anche un autore e percepisco qualcosina dalla SIAE ma consideri che molti dei miei amici/colleghi più fortunati oggi portano le pizze a domicilio mentre gli altri chiedono soldi ad amici e parenti perché un lavoro non lo trovano.. Ah sì, dimenticavo: due di loro si sono tolti la vita.
A dirla tutta ho colleghi in tutto lo Stivale che se la passano davvero male. Gianluigi mi permetto di usare il tu, mi dispiace descriverti una brutta situazione ma purtroppo sembra che a nessuno freghi qualcosa di noi. Sicuramente non saremo la prima forza lavoro del Paese ma siamo esseri umani con partita IVA… Ti chiedo gentilmente se puoi ricordare ai “grandi capi” che esistiamo anche noi.
Scusami se ti ho rubato un po’ del tuo tempo e grazie. Un abbraccio, L.”