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“30 anni di attività e sacrifici. Nessun ristoro o aiuto per affitti e dipendenti”

Pubblicato il 04/12/2020 12:50 - Aggiornato il 04/12/2020 13:04

Dopo l’intervento di Gianluigi Paragone di ieri sera (giovedì, 3 dicembre) al programma Dritto e Rovescio, trasmesso in diretta su rete 4, abbiamo ricevuto numerosissime e-mail che testimoniano l’operato del governo. Nulla meglio delle vostre parole può rappresentare il disastro che stanno combinando. Di seguito ne riportiamo alcune provenienti dal settore del commercio.

Ecco cosa ci scrive Daniele: “A prescindere dalla condivisione delle sue idee e delle sue scelte, che condivido chiaramente, le pongo la mia questione personale (familiare). Abbiamo un’attività nel centro commerciale F.center a F., proponiamo articoli da regalo. Ovviamente per noi il mese di dicembre è il mese che ci permette di andare avanti e di salvare il resto dell’anno. Bisogna esserci dentro, viverle queste realtà economiche, ed allora si potrà capire cosa significano i week-end del mese di dicembre dal punto di vista economomico (loro al governo non lo fanno). Senza contare che siamo già stati chiusi quasi tre mesi a marzo con un ristoro ridicolo. Ora, questa decisione che io ritengo assurda e discriminante (perché nelle gallerie del centro sono chiuse solo alcune attività) ci butta nel baratro. Mia moglie è da ieri sera che piange. È da novembre che siamo chiusi nei week-end e lo saremo fino a gennaio (i danni incalcolabili). Ciò che è peggio, non ci hanno riconosciuto ancora alcun ristoro, nessun aiuto per gli affitti, per i dipendenti… La merce chiaramente per il natale l abbiamo già acquistata e la dovremo pagare (perchè noi siamo seri e corretti), ma come faremo a rispettare tutti questi impegni? Qui l’unica cosa che resta è morire, ma non di Covid. Senatore le chiedo un aiuto, non è possibile subire tutto ciò. La costituzione tutela le attività d’impresa. Ci hanno abbattuto. Ci hanno distrutto 30 anni di attività e sacrifici. Che giustizia è? La prego ci aiuti”.

Francesco T. ci scrive: “Buongiorno Senatore. Ieri sera ho preso atto che qualcuno pensa ancora a noi.. Noi facciamo parte dei dimenticati dai ristori. Abbiamo un’attività di Ottica dentro un centro commerciale in provincia di Pisa. Come lei sa, siamo chiusi durante i weekend, i festivi e prefestivi. Ma abbiamo da pagare affitti da 6.000€ al mese e 10 giorni di chiusure obbligate. Con i codici ateco dei ristori ci hanno dimenticato e non ce la facciamo più….ci aiuti la prego”.

Francesco G, appartenente anche lui al settore del commercio, dichiara di non aver ricevuto alcun ristoro. Poche parole, ma chiare e coincise : “Ambulante. Codice Ateco 478909. Commercio al dettaglio di stoffe e tendaggi. Le comunico ‘nessun ristoro‘!”

La testimonianza invitaci da Pietro T. : “L’ho vista ieri sera a Dritto e Rovescio. Mi permetto di raccontare la nostra disavventura. La nostra attività è di noleggio attrezzature per mostre e fiere, con allestimento audio video luci arredamenti per matrimoni, noleggio di attrezzature con allestimento per convention. Siamo bloccati da marzo 2020 ed abbiamo perso l’80% di fatturato. Abbiamo lavorato decentemente a settembre e ad ottobre fino al famigerato DPCM dove ai matrimoni non potevano prendere parte più di trenta persone; in un giorno ne abbiamo persi quattro. Con i seguenti codici Ateco 43.29.09 – 43.21.01 – 43.21.02 – 77.39.94 – 90.02.01 – 90.02.09 abbiamo ricevuto il primo ristoro a fondo perduto. Ma per il secondo noi non eravamo nessuno! Secondo Conte e burocrati noi non meritavamo nulla perché forse pensavano che avessimo lavorato. Le chiedo cortesemente di aiutarci. Con stima”.