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“Da luglio si torna a licenziare”. Orlando sbatte la porta in faccia a Landini e ai lavoratori

Pubblicato il 18/05/2021 13:23

Andrea Orlando ha deciso. Siccome l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, e siccome certa sinistra si è sempre vantata di difendere e tutelare i lavoratori, il ministro del lavoro ha deciso di dare il via allo sblocco dei licenziamenti a partire dal primo luglio. Rifiutata, quindi, la proposta dei sindacati, Cgil in testa con il segretario Maurizio Landini, di spostare la soglia a ottobre, date le difficoltà oggettive di migliaia di italiani che si ritroveranno così senza un impiego nel bel mezzo dell’estate e dopo una pandemia gestiva coi piedi da parte dei due governi che si sono trovati – nostro malgrado – a fronteggiarla. (Continua a leggere dopo la foto)

Il governo Draghi ha preso dunque la decisione di sbloccare i licenziamenti. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha confermato le intenzioni del premier di non offrire nessuna proroga al blocco licenziamenti con il DL Sostegni bis, che terminerà di fatto il 30 giugno 2021. L’Esecutivo – come riporta affaritaliani.it – sta pensando a misure alternative, ma una cosa è chiara: a luglio i datori di lavoro potranno iniziare a licenziare. (Continua a leggere dopo la foto)

Come riporta invece La Stampa, è stata respinta la proposta del segretario generale della Cgil Landini, che chiedeva una proroga del blocco per tutto ottobre: “La decisione è stata assunta nello scorso decreto. Ora si sta riflettendo su qual è il modo migliore col quale provare a mitigare gli effetti della crisi”, ha spiegato ieri il ministro Orlando a margine di una iniziativa all’Assolombarda, aggiungendo di trovare “difficile rimettere in discussione, per la composizione della maggioranza, una decisione che era già stata assunta”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Orlando occorre vedere “condizione aziendale per condizione aziendale” e valutare l’utilizzo di “strumenti che affrontino le situazioni dove le ferite sono più’ profonde”. Il ministro vuole vedere se è possibile “declinare meglio gli interventi facendoli corrispondere alle singole situazioni”. Come va a finire questa storia? Le solite chiacchiere vuote. E le persone perderanno il lavoro.

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