Respinto il ricorso di Fiat-Chrysler Finance Europe da parte della Corte di giustizia dell’Ue, che ha confermato la decisione della Commissione europea sugli aiuti di stato del Lussemburgo nei confronti dell’azienda. La decisione dell’Antitrust europeo risale al 2015, un anno dopo le rivelazioni di LuxLeaks e a 16 mesi dall’apertura delle prime inchieste nel giugno 2014 sui ‘tax ruling’.
La Commissione aveva stabilito in quell’occasione che Fiat-Chrysler Finance Europe aveva usufruito di “un vantaggio fiscale indebito”, imponendole il pagamento di 30 milioni di euro di tasse arretrate al Lussemburgo. L’azienda si è ora detta da par suo “delusa per la decisione” della Corte di giustizia dell’Ue “e sta valutando i prossimi passi da fare in questa questione”. A riferirlo è un portavoce di Fca, dopo il verdetto della Corte Ue.
Secondo Fca, gli impatti delle decisioni non sono rilevanti per i conti. Il tutto nonostante, sulla scia della sentenza, il titolo sia scivolato in Borsa perdendo l’1,36%. “Il Lussemburgo prende atto della sentenza odierna del Tribunale dell’Unione europea nella causa Fca Finance e Trade e analizzerà la decisione con la dovuta diligenza, riservandosi tutti i suoi diritti” ha invece commentato l’altra parte in causa.
“Aderendo pienamente alla lotta contro l’erosione della base imponibile e il trasferimento di benefici dell’OCSE (piano anti-BEPS), il Lussemburgo ricorda di aver attuato negli ultimi anni numerose riforme volte a combattere evasione e frode fiscale – prosegue la nota – Continuerà a partecipare attivamente e costruttivamente alle discussioni in corso su una riforma del sistema internazionale di tassazione delle società, nel rispetto del principio della parità di condizioni”.
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