x

x

Vai al contenuto

Cosa si nasconde dietro l’endorsement di De Benedetti a Berlusconi

Pubblicato il 16/07/2020 12:30 - Aggiornato il 16/07/2020 12:31

di Luca Pinasco.

L’endorsement di De Benedetti a Berlusconi si accompagna a quello fatto qualche giorno fa dal suo amico di vecchia data Romano Prodi (ricordiamo bene di quando Prodi cercò di privatizzare la Sme cedendola a De Benedetti ad un quinto del suo prezzo di mercato). Il magnate della stampa italiana, durante un intervista di Cerasa per Il Foglio di ieri, si dichiara disposto a vedere Berlusconi al governo, con l’obiettivo dichiarato di sostituire Conte con Draghi.

Un secondo obiettivo, non dichiarato ma altrettanto evidente, è quello di portare Prodi alla Presidenza della Repubblica con l’aiuto del cavaliere, realizzando il tal modo l'”ultimo desiderio” espresso domenica scorsa da Scalfari. Il De Benedetti che parla con tanto senso di potere, dichiarandosi addirittura disposto a “trangugiare” Berlusconi al governo, (come se lui avesse in qualche modo potere di scelta nella composizione del governo del paese) non è soltanto un grosso imprenditore svizzero pieno di sè che ha beneficiato forse più degli altri delle privatizzazioni del 1992.

Teniamo bene a mente il fatto che parliamo del proprietario di Cir, holding finanziaria che controlla il gruppo editoriale Gedi, a sua volta proprietario di Repubblica, La Stampa, Huffington Post, Secolo XIX, L’espresso, Business Insider, Micromega, Limes, Radio DJ, Radio Capital e molti altri. Insomma parliamo di un magnate della finanza profondamente convinto delle tesi liberiste ed europeiste nonché massimo esponente della stampa mainstream italiana.

Se prima ne avevamo sospetto adesso abbiamo la certezza che una parte consistente dell’establishement italiano si sta muovendo verso la direzione descritta da Scalfari. La cosa peggiore e che con l’endorsement di Beppe Grillo (sul quale certa finanza può fare cieco affidamento) questo scenario avrebbe i numeri per realizzarsi.