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Gruppo Gedi e Fca: fare giornali green e produrre milioni di automobili. La contraddizione silenziosa

Pubblicato il 30/09/2019 15:13

È impossibile non notare come negli ultimi tempi – e soprattutto dopo il cambio di guardai al governo – i giornali del gruppo Gedi abbiano effettuato una virata verso le tematiche “green”, titolando a più non posso e inzeppando pagine e siti di argomentazioni ecologiche, ambientali e verdi. Ma è altrettanto impossibile non far notare come gli stessi giornali verdi del gruppo Gedi siano in entrati ormai nell’orbita della Fiat, cioè quelli che producono le macchine.

L’ecologia come tema centrale, quindi, sulle testate controllate dalla più grande azienda italiana di automobili. Lo prendiamo come un segnale confortante o come una presa in giro? Diciamo che sul piano mediatico questa strategia lascia legittimamente qualche dubbio.

Non stiamo qui a dire ora che la Fiat (le auto che produce e tutte quelle dei suoi marchi satelliti) sia la principale fonte d’inquinamento in Italia, ma possiamo tranquillamente sostenere che i combustibili fossili come il petrolio, da cui si ricavano la benzina, il gasolio e altri derivati con i quali vengono alimentate le automobili, sono ancora alla base di un modello che avvelena l’aria che respiriamo.

E l’auto ne è il simbolo più comune, senza però dimenticare anche gli altri veicoli, a due o più ruote, che contribuiscono a inquinare l’atmosfera e che il gruppo Fca produce. Forse, dunque, noi cittadini e quelli del gruppo Gedi in primis, dovremmo ragionare su alcune contraddizioni di fondo prima di sventolare bandiere ambientalisti e farci ambasciatori di certi valori.

Ben vengano le marmitte catalitiche, i motori che consumano e soprattutto inquinano poco, le auto ibride o quelle elettriche. Ben vengano i nuovi progetti di Fca in questa direzione… Ma fino a che i cosiddetti giornali verdi continuano a far parte di un sistema che inquina e manda in giro milioni di cittadini italian ogni giorno seduti su un’automobile, forse è bene dare anche qualche stoccata ai “capi”.

Pungolarli, magari. Invitandoli e spingendoli a politiche più green e più sostenibili. La retorica ambientalista, per piacere, risparmiamocela. Facciamo invece che l’industria automobilistica – invece di fare titoli sui giornali di sua proprietà -modifichi davvero la produzione con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e la salute.

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