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Rigore, austerity, sacrifici: l’Europa è già tornata quella di sempre

Pubblicato il 03/06/2021 10:36

Hanno cercato di convincerci in tutti i modi, in questi mesi, che l’Europa avesse finalmente cambiato volto, lasciando perdere il vecchio rigore in favore di un nuovo spirito solidale, generoso. Eppure, a guardare le ultime dichiarazioni arrivate da Bruxelles, l’auspicata mutazione sembra durata poco, pochissimo, già bella e conclusa. I rapporti della Commissione Ue sullo stato delle economie dei Paesi membri, unite alle parole del vicepresidente Valdis Dombrovskis, puntano infatti in un’unica direzione: austerity e regole ferree, come è sempre stato.

Rigore, austerity, sacrifici: l'Europa è già tornata quella di sempre

Dal 1 gennaio 2023 torneranno così tutte le vecchie regole finanziarie alle quali siamo stati nostro malgrado abituati negli anni: deficit pil sotto il 3%, fiscal compact che ci costringerà a sacrifici enormi per ridurre il debito pubblico (comprensibilmente aumentato durante la pandemia), austerità. Considerando che i soldi del Recovery Fund non sono ancora nemmeno arrivati, lo scenario che ci aspetta non è certo dei più rosei: dovremo attendere ancora per ricevere qualche aiuto dall’Europa, neanche troppo ingente, e una volta beneficiato della somma saremo subito chiamati a fare i salti mortali per restituirla. Alla faccia della solidarietà.

Impossibile pensare, con queste premesse, che i fondi europei servano davvero a fare chissà quale salto in avanti, come invece Mario Draghi continua a farci credere. Quel poco che riusciremo a costruirci non sarà permanente, visto che arriverà subito l’Ue a chiederci indietro quanto speso e stringere di nuovo il guinzaglio del rigore economico. Meglio farebbe il premier, invece di tratteggiare un futuro in realtà inesistente, a chiedere almeno la sospensione del patto di stabilità europeo oltre la data al momento immaginata, onde evitare guai ulteriori.

L’Ue, d’altronde, sempre nel rapporto pubblicato dalla Commissione ha già iniziato a biasimarci per quanto fatto in questi mesi. Il blocco dei licenziamenti? “Inutile, dannoso” secondo lorsignori al vertice dell’Unione. Così come sbagliato sarebbe stato il Decreto Agosto del 2020 che prevedeva la decontribuzione del lavoro privato. Da qui in avanti, però, la morsa europea è pronta a stringersi di nuovo, evitando qualsiasi libera iniziativa del governo di turno. Con Mario Draghi pronto a passare al Quirinale per sancire la definitiva sottomissione italiana ai diktat di Bruxelles.

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