Qualcuno sembra essersi finalmente accorto delle tante zone d’ombra di un sistema bancario tedesco che tante volte in passato aveva fatto gridare inutilmente allo scandalo, senza che nessuno si fosse mai preso la briga di affrontare direttamente la Germania inchiodandola alle sue responsabilità. L’organismo di vigilanza della Banca centrale europea e BaFin, l’organo federale indipendente per la vigilanza sul sistema finanziario tedesco, hanno infatti messo nel mirino le casse di risparmio sparse per il Paese, chiedendo che virino verso una maggiore trasparenza che al momento, a quanto pare, non c’è.
Una foschia che avvolge innanzitutto, stando a quanto riportato dalla stampa tedesca, il Dsgv (Deutsche Sparkassen- und Giroverband), sistema che garantisce la sostenibilità dei depositi delle casse di risparmio incardinate su due livelli. Come spiega Inside Over, “il primo è quello delle Sparkassen, costellazione di istituti di risparmio partecipati dalle municipalità, che copre 377 diverse banche con un risparmio gestito complessivamente di 742 miliardi di euro. Il secondo, invece, è quello delle Landesbanken, istituti partecipati dai singoli Lander e di una dimensione mediamente maggiore, per quanto nel primo gruppo vi siano banche come Hamburger Sparkasse che da sola maneggia asset per 41 miliardi di euro”.
Il problema sorge a causa del fatto che le casse di risparmio tedesche hanno dimensioni piccole, tali da non raggiungere i requisiti minimi fissati dalla Bce per attivare le procedure di controllo sulla robustezza del sistema di garanzia dei depositi. Un vuoto normativo che ha creato non poche difficoltà a chi dovrebbe svolgere un ruolo di supervisione che però, per legge, viene limitato. Con forti incertezze su chi, in caso di crisi di liquidità o solvibilità, debba prendersi la briga di procedere al salvataggio di un istituto a partecipazione pubblica.
Il rapporto tra le banche è il Dsgv, che dovrebbe essere l’organo pronto a intervenire in situazioni di crisi di solvibilità, è quindi piuttosto confuso e torbido. A peggiorare il tutto, segnala il Sole 24 Ore, c’è poi l’assenza di chiarezza nella governance e nella gestione patrimoniale di banche che hanno agito con leggerezza al di fuori di qualsiasi schema di vigilanza: Bce e Bafin hanno constatato “procedure interne decisionali troppo complesse e mancanza di chiare deleghe, depotenziamento delle decisioni centralizzate”, carenze nel monitoraggio di rischio e necessità di rafforzare il monitoraggio stesso. Un bel colpo alla credibilità del sistema tedesco, insomma. E non è detto che le sorprese siano finite qui.
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