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“Il Lockdown del caldo”. Restrizioni per l’emergenza caldo, il futuro da incubo è già in Europa

Pubblicato il 22/06/2022 19:27 - Aggiornato il 23/06/2022 07:13

Come volevasi dimostrare. Il meccanismo delle restrizioni, ormai, è ben oliato e rodato, quindi pronto per essere applicato in svariati contesti. Ora che gli Stati hanno capito che possono comportarsi da “padre padrone”, intimando al popolino ineducato cosa deve o non deve fare per affrontare tutte le nuove presunte “emergenze”, sarà lecito aspettarsi un futuro fatto sempre più di imposizioni, con sempre meno spazio per libertà e buonsenso. In Francia tutto questo è già realtà.
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“Emergenza caldo”, al via nuove regole

Come riportato da L’Indipendente, durante gli scorsi giorni sono state imposte alcune restrizioni sociali in diversi dipartimenti francesi. Lo scopo dichiarato sarebbe quello di “tutelare la salute pubblica” durante l’ondata di caldo estremo. Un utilizzo assai allegro del concetto di “emergenza”, che sembrerebbe la perfetta scusante per l’imposizione di nuove regole alla popolazione piuttosto che una gestione oculata di un problema che c’è sempre stato. Ma vediamone alcune nel dettaglio.
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Le restrizioni nella Gironda

Nel dipartimento della Gironda, situato nella regione della Nuova Aquitania, a partire dalle ore 14:00 di venerdì 17 giugno e fino a domenica 19 giugno (quando è terminata l’ondata di caldo) sono stati vietati sia gli eventi pubblici all’aperto, sia quelli da svolgersi in locali non climatizzati. Tramite lo stesso decreto prefettizio, sono stato proibiti, inoltre, i fuochi d’artificio fino alla mattina di lunedì 20 giugno. Si sono perfino posticipate a domenica le cerimonie commemorative dell’appello del generale de Gaulle del 18 giugno 1940.
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Le restrizioni negli altri dipartimenti

Anche il dipartimento della Charente Marittima ha emanato il proprio decreto prefettizio, sancendo che “tutti gli eventi pubblici, in particolare quelli festivi, culturali e sportivi, all’aperto o in locali aperti al pubblico non climatizzati” sono stati “vietati venerdì 17 giugno dalle 14.00 alle 20.00 e nei giorni successivi dalle 10.00 alle 20.00 fino alla fine dell’ondata”, mentre i fuochi d’artificio sono stati proibiti “da venerdì 17 giugno alle 14:00 a lunedì 20 giugno a mezzanotte”. Se la sono cavata meglio nel dipartimento della Vandea, dove il prefetto si è limitato a vietare lo svolgimento delle manifestazioni sportive pubbliche all’aperto venerdì 17 giugno dalle 14:00 alle 19:00 e sabato 18 giugno dalle 10:00 alle 19:00.
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Cambia il modus operandi

Alcuni potrebbero pensare che i timori sull’ondata di caldo siano fondati e che queste restrizioni abbiano davvero un ruolo nella tutela della salute pubblica. Ebbene, vorremmo far notare che fino a prima della pandemia, il modus operandi abitualmente utilizzato dalle autorità per far fronte alle elevate temperature estive era quello di consigliare ai cittadini i comportamenti da adottare. Ricorderemo tutti gli spot enuncianti i suggerimenti “evitare di uscire nelle ore più calde” o “bere molta acqua”, specialmente per bimbi e anziani. Ora, invece, pare che le Istituzioni abbiano imparato a non farsi troppi problemi nell’imporre divieti generalizzati a tutta la popolazione.
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La nuova normalità

Come dicevamo in apertura, il meccanismo delle restrizioni è stato messo a punto e sarà difficile scrollarselo di dosso. Siamo passati dal diffondere consigli ai soggetti potenzialmente a rischio, all’imporre restrizioni coatte a tutta la popolazione per ogni minima scusa. Le misure applicate durante l’emergenza sanitaria sembrano aver fatto da apripista ad un nuovo modo di gestire le “emergenze” da parte delle autorità pubbliche. Il rischio che l’imposizione di restrizioni generalizzate diventi una vera e propria consuetudine è più che concreto, finendo per colpire indistintamente tutte le categorie, sia quelle a rischio che non. Un film già visto.

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