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I Paesi del Nord dicono no al vaccino per i bambini: l’Europa si spacca in due

Pubblicato il 16/11/2021 09:35

Mentre il governo italiano ha già preparato tutto per l’inizio della campagna vaccinale sui più piccoli, i bambini in età compresa tra i 5 e gli 11 anni, c’è un gruppo di Paesi europei che ha deciso di mettersi di traverso, consapevoli di quante poche certezze ci siano ancora circa la sicurezza dei farmaci anti-Covid. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, infatti, a capeggiare il fronte del no, pronto alle barricate, ci sarebbero Svezia e Danimarca, pronti a un voto contrario che potrebbe fermare l’atteso via libera da parte dell’Agenzia del Farmaco (l’Ema).

Il timore del governo italiano, che ha già messo in conto di partire il prima possibile con le somministrazioni su 3,5 milioni di giovanissimi, è che la posizione di questi Paesi possa a breve attirarne altri, creando così un vero e proprio fronte che potrebbe far cambiare idea all’Ema, spaventata da un clima di crescente avversione. Resta comunque la possibilità che siano i singoli Stati a prendere decisioni diverse, come già accaduto in passato: la Danimarca, per esempio, si mosse in maniera diversa dagli altri sul vaccino AstraZeneca, sospendendolo in via definitiva.

All’interno dell’Agenzia Europea, a dare il via libera a farmaci e vaccini è il “Committee for medical products for human use”, dove siede un esperto per ogni Paese europeo a cui se ne aggiungono 5 nominati dalla Commissione Ue. Stando al Sole 24 Ore, i rappresentanti degli Stati del Nord si stanno mostrando ampiamente titubanti, facendo così scattare l’allarme: l’Unione teme che un voto non omogeneo possa portare a un nuovo clima di sospetti nei confronti dei vaccini e quindi è già al lavoro per una mediazione.

L’Italia, nel frattempo, ha già preso posizione in maniera netta: la società di pediatria, in attesa del via libera dell’Ema, si è detta favorevole alla vaccinazione dei bambini ed è al lavoro, insieme al ministero per la Salute, a un piano di comunicazione per convincere le famiglie a vaccinare i propri figli. Danimarca e Svezia sostengono invece che il rapporto rischi/benefici non sembra suggerire l’opportunità di procedere all’inoculazione dei più piccoli, con particolare attenzione al rischio di eventi avversi che continua a far paura.

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