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Mes, ma chi volete prendere ancora in giro? Ecco perché il No di Conte è sempre stato Sì

Pubblicato il 30/11/2020 16:00

Tra una supercazzola e l’altra, il governo continua a spianare la strada verso il Mes. L’ultima, eclatante, l’ha sparata Vittorio Crimi del M5S: “La riforma del Mes e il suo utilizzo, l’eventualità di farvi ricorso, sono due elementi totalmente distinti. Una distinzione chiara e sostanziale. Per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese non ha alcuna necessità di farvi ricorso. Al contempo non intendiamo adottare un approccio ostruzionistico e non impediremo l’approvazione delle modifiche al trattato, rispetto alle quali pure non mancano i rilievi, così da consentire ad altri paesi l’eventuale ricorso allo strumento”. Tradotto? Crimi compra la macchina ma non la usa. Ma non è tutto…

Sostanzialmente questo è l’ennesimo balletto dato in pasta a elettori ignari e commentatori asserviti che certifica come il No al Mes da parte del governo è sempre stato un Sì. E lo è ancora adesso. “Solo che – come analizza Angela Mauro sull’HuffingtonPost – dovevano maturare le condizioni politiche per dichiararlo. E oggi, a distanza di un anno dalla prima polemica sulla riforma del Mes innescata dalla Lega e sostenuta anche dal M5S, pare proprio che siano maturate quelle condizioni politiche che consentono al governo Pd-M5s di comunicare, anzi confermare, il sostegno alla riforma del Salva Stati”.

Oggi, magicamente, scopriamo che anche il Movimento 5 Stelle è pronto a sostenere la riforma a condizione che il governo non ricorra ai prestiti del Mes per la pandemia. “Due cose distinte”, media Gualtieri, riprendendo il refrain di Crimi, segno che anche nella comunicazione Pd e M5S ora vanno a braccetto. “Si dà dunque l’ok alla riforma del Mes con un sì da parte italiana che non è mai stato oggetto di dubbio tra i partner europei: doveva solo maturare…”, scrive Angela Mauro.

Non è un caso se, dall’anno scorso, non è arrivato alcun ultimatum europeo all’indirizzo di Roma sulla riforma del Mes. “Toni sempre morbidi, pazienti e comprensivi in attesa del sì finale sul quale nessun paese ha mai nutrito sospetti, come confermano autorevoli fonti europee alla vigilia dell’Eurogruppo di oggi. A un anno di distanza, l’Italia aiuta l’Ue a chiudere quest’altro capitolo di discussioni politiche che non ha scalfito l’impianto principale deciso un anno fa, in epoca pre-pandemica. In soldoni, con la riforma, il Salva Stati potrà essere usato anche per salvare le banche”.

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