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Mario Monti è sempre “Mr Tasse”: tifa per un governo più duro sul fronte fiscale

Pubblicato il 03/06/2021 11:55

Come certi lupi dei proverbi, Mario Monti ha perso qualche pelo ma non certo il vizio. Ospite del programma Otto e Mezzo in onda su La7, infatti, l’ex premier ha confermato tutta la sua passione per le tasse, tanto odiate dagli italiani e invece particolarmente invise all’economista: “Avrei dato dieci a Draghi e non otto – ha spiegato Monti intervistato da Lilli Gruber – se avesse fatto meglio il ruolo interpretativo, non solo quello del governo. Non ha fatto bene in campo fiscale”.

Tradotto dalla lingua di Monti a quella delle persone comuni, a Draghi sarebbe mancato il coraggio di insistere con nuove tasse. Meglio sarebbe stato, invece, a detta dell’ex premier, assecondare le pretese del nuovo segretario del Pd Enrico Letta, che subito era sceso in campo invocando prelievi più aggressivi: “Ha ragione Letta sulla tassa per le successioni e non il presidente del Consiglio, è una questione di civiltà economica, noi siamo tra i paesi civili quello che dedica meno attenzione ad almeno una parvenza di uguaglianza di punti di partenza tra i cittadini”.

Insomma, invece di criticare il governo per i pochi aiuti messi sul piatto a sostegno di famiglie e imprese, Monti lo attacca perché avrebbe dovuto accanirsi maggiormente sul fronte fiscale. L’ex premier ha poi rivendicato la bontà del progetto del 4% di aliquota imposto dalla tassa di successione sul valore di tutti i beni ricevuti: “Noi siamo tutti caduti vittima del fatto che nella nostra cultura politica da venti o trent’anni la tassa è un sopruso ai danni del cittadino. Questa è una cosa su cui deve prestare attenzione centrosinistra, ma anche centrodestra”.

Infine, Monti ha spiegato: “Condivido l’ottimismo che deve esserci e comincia ad esserci, fondatamente, soprattutto per i buoni risultati della campagna contro la pandemia. L’unità nazionale non è stata ancora messa alla prova. Io lo scorso autunno auspicai un governo di unità nazionale, ci siamo ormai da tre mesi. L’intento dei partiti di lavorare con sacrifici per superare i problemi del Paese, però, per ora non si vede”.

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