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L’Italia a due velocità: nel pubblico gli stipendi crescono il doppio del privato

Pubblicato il 16/01/2021 13:48

Un’Italia che procede a due velocità, segnata dagli effetti di una crisi che ha drammaticamente accelerato le disuguaglianze già esistenti. E che vede da un lato tanti cittadini messi in ginocchio da un’emergenza che costringe i lavoratori a rimanere con i negozi chiusi, dall’altro i dipendenti della pubblica amministrazione tirare un fortissimo sospiro di sollievo. Grazie all’ultimo rinnovo contrattuale, infatti, gli stipendi in questo settore sono cresciuti a un ritmo quasi doppio rispetto a quello del privato.

L'Italia a due velocità: nel pubblico gli stipendi crescono il doppio del privato

Come spiega il Sole 24 Ore, l’aumento medio fra il 2015 e il 2019 è stato dell’1,5% contro il +0,9% fatto registrare dal settore privato, mentre l’indice dei prezzi al consumo rilevata dall’Ipca nello stesso periodo è dello 0,6 per cento. Le retribuzioni pubbliche, insomma, anche nel recente passato sono cresciute a ritmi pari a 2,5 volte l’inflazione, come dovrebbe accadere con i prossimi rinnovi che stanziano risorse per aumenti del 4,07% contro un Ipca che nel 2019-2021 si attesta all’1,8%.

L'Italia a due velocità: nel pubblico gli stipendi crescono il doppio del privato

Numeri che emergono dall’ultimo Rapporto sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici pubblicato dall’Aran. Tabelle che evidenziano come, al contrario di quanto promesso da recenti riforme, i fondi per i rinnovi contrattuali siano stati lasciati alle trattative tra il governo di turno e le varie organizzazioni sindacali. Per il 2016/2018 la spesa complessiva è stata per esempio di 5,4 miliardi di euro, e ha permesso di recuperare il ritmo perso negli anni precedenti, quando era scattato il congelamento dei rinnovi e degli stipendi pubblici.

L'Italia a due velocità: nel pubblico gli stipendi crescono il doppio del privato

Il nuovo contratto, relativo al periodo 2019-2021, muoverà invece complessivamente circa 6,7 miliardi di euro e attende ora il definitivo via libera dopo le trattative che andranno in scena nelle prossime settimane. Un tesoretto al quale si affiancheranno 1,3 miliardi per le categorie specifiche, a partire dai medici e dagli infermieri al centro della lotta contro il coronavirus.

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