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La scalata dei fratelli Issa alla conquista di Esso: una storia che ricorda da vicino l’operazione Mittal a Taranto

Pubblicato il 23/01/2020 12:11

Una storia iniziata con una stazione di servizio alla periferia di Great Manchester. Un piccolo impero nato dal nulla, con due fratelli che riescono a estendere la propria rete dalla Gran Bretagna al resto d’Europa: la Francia, il Belgio, l’Olanda. Poi L’italia. Con la società inglese Intervias, che fa riferimento ai fratelli di origine indiana Mohsin e Zuber Issa, diventata proprietaria di 1.176 punti vendita nello Stivale appartenuti alla catena Esso e messi in vendita dagli americani di ExxonMobil. La più classica delle storie di uomini che si sono fatti da soli, con i piccoli risparmi utili per lanciarsi all’avventura diventati col tempo oltre un miliardo di sterline.

I giornali inglesi li avevano dipinti come esempio da seguire, lodando lo spirito imprenditoriale e il fiuto per gli affari. Tra i primi a intuire l’importanza di trasformare le stazioni di servizio in qualcosa di più di una semplice zona dove fare rifornimento, inserendo grandi catene come Starbucks o Burger King nelle loro aree, i fratelli Issa sono stati anche tra i primi a bandire la vendita di alcolici nelle loro strutture, non ritenendole etiche visto che gli automobilisti avrebbero poi dovuto rimettersi in marcia. In Italia, il loro avvento è coinciso con una riorganizzazione del settore, che comprende oltre 20 mila stazioni di servizio sparse lungo lo Stivale.

Una transizione avvenuta non senza polemiche. Perché nel giro di pochi mesi i lavoratori italiani erano già in sciopero, denunciando come il passaggio di proprietà fosse accompagnato da un peggioramento “delle condizione economiche e diritti acquisiti già fissati in precedenza, denunciando un inasprimento delle politiche di prezzo. Gli operatori privati non intendono mantenere i precisi impegni contrattuali definiti, ai sensi della Legge, con la Esso, e tornano di nuovo a chiudere i loro impianti per rivendicare i loro diritti e rispondere al clima di minacce ed intimidazioni che sedicenti rappresentanti dei nuovi padroni stanno velatamente lanciando per evitare l’adesione alla manifestazione di protesta”. Un caso che, col senno di poi, sembra un’Ilva prima dell’Ilva.

Polemiche che si erano poi riaccese, feroci, quando i fratelli Issa avevano affidato a Leandro Venditti, ex direttore vendite in Italia di Api, la guida della controllata italiana EG Italia, dopo l’azzeramento dei vertici. Tra i compiti di Venditti, anche quello di di liberarsi dei punti vendita ritenuti poco efficienti, focalizzandosi piuttosto su quelli che si prestavano a maggiori investimenti. Una storia che suona tristemente di già visto.

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