I commercianti devono ancora ricevere gli aiuti dello Stato e le indicazioni su come riaprire. I lavoratori devono ancora vedere la cassa integrazione promessa dal governo. Le famiglie in molti casi non riescono letteralmente a mangiare, e per fortuna che ci sono le associazioni di volontariato. In tutto questo, il governo che fa? Decide di dichiarare guerra al contante, mettendo in crisi i commercianti stessi che hanno un bisogno disperato di liquidità e anche i cittadini. Antonio Signorini spiega molto bene su Il Giornale questa ennesima follia targata Conte-Gualtieri. “Tra le priorità del governo torna la lotta al contante e il sogno di una economia dove i pagamenti sono smaterializzati e tracciabili”.
Ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha fatto il punto su banche e riforme. Oltre ad una netta difesa del Mes si è speso su una delle misure che saranno finanziate con i presunti fondi europei del Recovery plan. “Con queste risorse – è la spiegazione del ministro raccolta da Signorini – possiamo credo sostenere una riforma verso una società cashless (senza contanti, ndr) e finanziare una riforma che riduca la pressione fiscale su lavoro e imprese”. Di questa lotta al contante ha parlato anche Matteo Renzi, nei termini di emersione del contante in nero attraverso una voluntaly disclosure sui depositi nascosti al fisco. E il premier Giuseppe Conte ha parlato di incentivi per “favorire i pagamenti digitali”.
Conte, Gualtieri e Renzi, dunque. Tutti a premere in questa direzione. Ma Signorini spiega che dietro questa lotta al contante c’è anche un altro aspetto: “Per ottenere i fondi del Recovery plan l’Italia dovrà attuare delle riforme e queste riforme dovranno essere in linea con le raccomandazioni della commissione Ue all’Italia, delle quali fa parte anche un accenno all’incoraggiamento dei pagamenti digitali”. Certa sinistra e larga parte di questo governo ha dunque questo chiodo fisso: abolire il contante per favorire la moneta elettronica.
Ricordiamo che qualche giorno fa, ospite da Floris a Dimartedì, anche Romano Prodi parlava del pagamento in contanti come di una delle nostre anomalie. “Siamo enormemente spostati verso la carta moneta e non la carta d credito. Dobbiamo rendere la carta di credito conveniente rispetto al contante. Facciamo in modo che costi qualcosa pagare con cartamoneta”. In sostanza per Prodi sarebbe utile tassare il contante per agevolare il pagamento con carta di credito. Poveri commercianti, poveri cittadini, poveri noi.
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