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Esultano: “Abbiamo ridotto il deficit!”. Ma le tasse sono aumentate: così son bravi tutti

Pubblicato il 03/03/2020 16:23

“Così son bravi tutti”, verrebbe da dire. I dati Istat 2019 confermano che c’è stato un maggior gettito dalle imposte dirette e indirette: la pressione fiscale è schizzata da 41,9 a 42,4%. Però, lorsignori si affrettano a esultare: “Abbiamo ridotto il deficit”. E grazie! Aumentando le tasse agli italiani è facile. Il Pil, però, è cresciuto di appena tre decimali, segnando il rallentamento più marcato dai tempi della ripresina registrata tra il 2016 e il 2017. Come racconta Davide Colombo sul Sole 24 Ore, “il deficit/Pil che s’è ridotto di sei decimali”.

Dietro questi numeri ci sono le maggiori entrate registrate sul fronte delle imposte dirette (+3,4%) e indirette (+2,4%) e dei contributi sociali (+3,2%). Ma hanno pesato pure le “altre maggiori entrate correnti” (+8,4%) dovute in particolare al dividendo girato al Tesoro dalla Banca d’Italia (5,7 miliardi, una cedola superiore di 2,3 miliardi, il 69,7%, rispetto a quella del 2017) e alla maxi-cedola arrivata dalla Cassa depositi e prestiti, pari a 1,3 miliardi di euro (fu di 1,1 miliardi del 2017). “La pressione fiscale – sottolinea Colombo – è salita dal 41,9% del 2018 al 42,4% del 2019, il dato più alto dal 2015”. Poveri cittadini!

Inoltre, dai dati è bene estrapolare un altro fattore: “La spesa per consumi finali delle famiglie ha rallentato la sua crescita, aumentando in volume dello 0,4% (contro il +o,9% nel 2018)”. L’ Istat, nel breve commento che accompagna la statistica, ha spiegato così il rallentamento dell’economia nazionale: “Dal lato della domanda, nonostante la decelerazione delle esportazioni, il calo delle importazioni ha determinato un contributo positivo della domanda estera netta. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, la crescita del valore aggiunto è stata sostenuta nel settore delle costruzioni, modesta nei servizi, mentre l’agricoltura e le attività manifatturiere hanno subito una contrazione”. Altro fattore negativo per l’Italia delle Pmi.

A tutto questo ci saranno da aggiungere gli effetti probabilmente gravissimi dell’epidemia di Coronavirus in piena fase di diffusione e il conseguente rallentamento delle locomotive italiane, la Lombardia e il Veneto. L’Italia ha bisogno di iniettare liquidità nelle tasche degli italiani, ora più che mai. E non deve sottostare a paletti e vincoli di Bruxelles. Non possiamo farci mettere in ginocchio da loro.

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