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La Bce ci farà pagare con il sangue la libertà economica per la pandemia

Pubblicato il 16/03/2020 18:00

Secondo me stanno facendo di tutto per infilarci dentro il Mes. La Bce dà quattro soldi messi in croce. La sua governatrice ci espone agli appetiti degli speculatori. Il rappresentante italiano a Francoforte nonché ex direttore generale di Bankitalia dice – e poi lo riprenderemo – che la Bce sta operando bene ma il boccino è nelle mani del governo. Palazzo Chigi fa melina nella speranza che qualcosa accada come se davvero mal comune è mezzo gaudio. Quindi se dev’essere mal comune allora ecco che il Mes diventa l’unica ciambella di salvataggio. L’inganno che potrebbero proporre al governo italiano per rifiatare è il seguente: noi vi diamo un prestito il più libero possibile da vincoli e da impegni in modo tale che l’Italia possa fronteggiare un primo step nell’emergenza virus senza per questo sentirsi eccessivamente vincolata. Il prestito però avrebbe un’insidia nella sua composizione nel senso che potrebbe essere un prestito cosiddetto senior, uno di quelli che andrebbe ripagato prima di altri impegni per esempio prima dei Btp.

Una furbata di questo tipo verrebbe “sgamata” dal mercato in tempo zero costringendoci a recuperare la conseguente mancanza di liquidità generata dalla vendita anticipata dei titoli di Stato in questione. Se dunque un prestito facilitato dev’ essere, che sia un prestito classificato “junior”, che come tale andrebbe sotto i buoni del Tesoro. Tanta grazia di questi tempi la vedo difficile. Perché a Bruxelles e a Francoforte sanno di essere in una posizione di vantaggio. E noi in affanno. A meno che non imponiamo alla Bce di considerarsi una banca centrale in piena regola, che emette liquidità e monetizza il debito generato consentendo quindi un serio recupero della situazione già difficile prima del coronavirus. “Le conseguenze economiche della pandemia vanno affrontate innanzitutto dai governi”, ha risposto al Corriere della Sera l’ex direttore generale di Bankitalia Fabio Panetta, oggi nel board della Bce.

Una risposta che arriva dopo uno scivolone incredibile rispetto alle disastrose uscite della sua “capa”, l’incapace Christine Lagarde: “Non ho dubbi sulla solidità dell’euro. Con le decisioni di questa settimana abbiamo dimostrato di essere in grado e pronti a fare la nostra parte. Al di là di singoli episodi che possono verificarsi in momenti concitati di grande lavoro e forte tensione…”. Insomma aver portato negli abissi la Borsa di Milano, aver fatto schizzare lo spread, aver fatto godere gli speculatori, è stato un singolo episodio nemmeno così grave a sentir questo patriota uscito dalla Banca d’Italia. Ma torniamo a quel che può fare la Bce a favore degli italiani. . Ah sì? E con quali leve? La sovranità monetaria ce l’hanno tolta, l’euro è una moneta straniera che tutte le volte che ce la prestano la dobbiamo ripagare sempre con moneta straniera, i governi vanno a Bruxelles col cappello in mano, ma – afferma Panetta, il pifferaio del sistema – la soluzione passa dai governi. Geniale.

Forse qui nessuno ha ancora chiaro che tutta la pazienza e la responsabilità di questi giorni ha un prezzo economico molto alto, perché nessuna ripresa sarà possibile senza interventi massicci da parte dello Stato. La battaglia contro la propagazione del virus è sacrosanta ma inceppa la catena della produzione e della spesa alimentando i moltiplicatori della recessione. Poche settimane basteranno per radere al suolo pezzi importanti del nostro sistema produttivo, chi pensa che la politica della questua possa farci rialzare non ha capito nulla.

Nei giorni scorsi, Guido Maria Brera ha lanciato una proposta per cominciare a farci forza da soli. Due mesi tipo “porto franco” per muovere, date le condizioni di mercato, il nostro risparmio al servizio del rilancio economico in modo veloce e vantaggioso per chi investe. “Ogni aumento di capitale, ogni rifinanziamento, acquisto di azioni da parte dei risparmiatori purché detenuto per un arco di tempo ragionevole, deve portare una sorta di bollino tax free”, scriveva entrando nel dettaglio della tesi. Poteva essere preso in considerazione (se il parlamento avesse ancora un senso io l’avrei fatto), invece nulla. Il silenzio. Meglio continuare a elemosinare qualcosa per sopravvivere. Come se esistere fosse uguale a vivere.

di Gianluigi Paragone

Questo articolo è stato pubblicato su Il Tempo del 16 marzo 2020.

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