L’Istat continua a far sorridere il governo, e a dare ragione alle politiche economiche e del lavoro messe in atto. A luglio – rileva l’istituto nella Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana – l’indicatore anticipatore ha interrotto la tendenza alla flessione in atto dalla fine dello scorso anno, prospettando uno scenario di lieve miglioramento dei livelli produttivi. Il clima di fiducia dei consumatori ha registrato un marcato aumento, diffuso a tutte le componenti.
Il recupero della fiducia ha coinvolto anche le imprese ad eccezione di quelle manifatturiere. Le prospettive per gli scambi internazionali, penalizzate dal protrarsi delle tensioni commerciali e dal rallentamento dell’attività economica in Cina, rimangono negative.

A seguito dell’evoluzione positiva nella prima parte dell’anno, a giugno l’occupazione ha mostrato una stabilizzazione e il tasso di disoccupazione è diminuito ulteriormente. Sotto la spinta dei ribassi dei beni energetici, a luglio, l’inflazione ha continuato a rallentare e si è ampliato il differenziale negativo con la dinamica dei prezzi al consumo nell’area dell’euro e nei principali partner europei.
La crescita tendenziale nei primi cinque mesi dell’anno è stata marcata (+4,4% per la produzione corretta per gli effetti di calendario). Sul fronte degli scambi con l’estero, a maggio, le esportazioni di beni in valore sono cresciute dell′1,3% e le importazioni dello 0,7% in termini congiunturali.

L’incremento delle esportazioni ha interessato prevalentemente l’energia (+7,7%) e i beni di consumo, sia durevoli sia non durevoli (rispettivamente +2,4% e +3,2%). I flussi verso i mercati Ue hanno mostrato, nel complesso, un andamento più dinamico (+1,7%) rispetto a quelli diretti verso i mercati extra Ue (+0,8%). Questi ultimi, tuttavia, nel mese di giugno, hanno riportato un aumento marcato rispetto al mese precedente (+3,9%) che ha interessato in misura più rilevante i beni di consumo durevoli (+7,2%) e i beni strumentali (+5,7%).
A giugno, dopo l’evoluzione positiva nella prima parte dell’anno, l’occupazione ha mostrato una stabilizzazione. La stima degli occupati è risultata sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente con il tasso di occupazione al 59,2% (+0,1 punti percentuali rispetto a maggio): il valore più elevato dal 1977, anno di inizio delle serie storiche confrontabili. Nel dettaglio, rispetto a maggio, si è confermata per il quarto mese consecutivo la crescita dei dipendenti sia permanenti sia a termine (+52 mila nel complesso).

Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione è sceso al 9,7% (dal 9,8% di maggio), segnando il valore più basso da gennaio 2012. Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 29 mila unità rispetto a maggio, con un calo, che ha riguardato sia gli uomini sia le donne, diffuso a tutte le fasce d’età, con l’eccezione di quella tra 25 e 34 anni. A luglio, è proseguito per il terzo mese consecutivo il tendenziale rallentamento dei prezzi al consumo.
La decelerazione è risultata leggermente più sostenuta in base all’indice armonizzato (+0,4%) e per la nostra economia si è ampliato il divario negativo con l’inflazione media dell’area euro (+1,1%) e dei principali partner, con francia e germania che presentano crescite dei prezzi dell′1,3% e 1,1% annuo rispettivamente. Nella media del secondo trimestre 2019, l’aumento tendenziale per il settore privato è risultato in linea con quello dei prezzi al consumo (+0,8%).
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