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Maxi-multa per “Truffadvisor”: così Tripadvisor inganna gli italiani

Pubblicato il 19/07/2019 15:14 - Aggiornato il 19/07/2019 15:52

Una recensione non cambia la vita, ma di questi tempi la allunga parecchio. Inutile negare, infatti, che sempre più persone si affidino al sommo oracolo TripAdvisor al momento della scelta di alberghi, mete vacanziere o anche di una semplice pizzeria dove passare una serata tra amici. Trovarsi di fronte lamentele e pareri negativi di altri utenti, scoraggerebbe anche il cliente con le migliori intenzioni. Ma dal punto di vista pratico, è possibile verificare la veridicità di certe informazioni, ormai così importanti? La risposta, purtroppo, è un secco no.

Proprio a causa di questa mancanza di controllo, Tripadvisor è stato costretto multato per 100 mila euro dal Consiglio di Stato italiano, una decisione che ha chiuso un lungo contenzioso iniziato nel 2014. Cinque anni fa il portale era stato infatti già giudicato colpevole dall’Antitrust e per questo condannato a versare 500 mila euro. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva infatti ravvisato una pratica commerciale scorretta che consisteva nella “diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni, pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni”.

Una multa poi annullata dal Tar, secondo il quale la società “non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l’ impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le tendenze delle recensioni e non i singoli apporti”.

Ora è arrivata l’ultimo passaggio, che ha visto vittoriosa l’Antitrust. Il Consiglio di Stato ha infatti ribadito che i claim pubblicati sul portale sono in grado di “influenzare i consumatori sin dal primo contatto, ingenerando il falso convincimento dell’ affidabilità delle recensioni pubblicate”. Chi si rivolge a Tripadvisor, insomma, affida decisioni economicamente rilevanti per lui e per gli altri al portale. Finendo, ovviamente, per essere condizionato da giudizi potenzialmente falsi e pubblicati ad arte.

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