A un giorno di distanza da Andrea Camilleri, abbiamo dovuto dire addio anche a Luciano De Crescenzo. Due grandi voci del sud si sono spente a 24 ore l’una dall’altra. 93 anni lo scrittore siciliano, 91 anni il filosofo-ingegnere napoletano. De Crescenzo è stato tante cose: artista poliedrico, napoletano doc, scrittore, regista e interprete di film cult come “Così parlo Bellavista” e “32 dicembre”. Nato il 20 agosto 1928 a Napoli, nel borgo di Santa Lucia (e, pensate, nello stesso palazzo di Bud Spencer), viveva da tempo con la famiglia a Roma.
Fatale una polmonite. Era ricoverato da alcuni giorni ed è stato assistito fino all’ultimo dalla figlia Paola, dai nipoti e dall’agente Enzo D’Elia. Il sindaco di Napoli De Magistris ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali e disposto che sugli edifici pubblici le bandiere siano poste a mezz’asta. Sì, per tutti, ma per Napoli soprattutto è una perdita enorme.
Si laureò in ingegneria, ma la sua infinita passione per i libri e la filosofia gli fece cambiare strada. Nel ’77 pubblicò per Mondadori “Così parlò Bellavista”. E dopo una partecipazione a “Bontà loro” di Maurizio Costanzo, il suo percorso professionale si trasformò definitivamente, facendosi ricco di colpi di scena.
Nel corso degli anni Luciano De Crescenzo è diventato un autore di successo internazionale. Ha pubblicato una cinquantina di libri, vendendo 18 milioni di copie nel mondo. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. Inoltre, ha scritto, diretto e interpretato quattro film.
Da attore, invece, è stato diretto, tra gli altri, da Renzo Arbore e da Lina Wertmüller. “Con la scomparsa di Luciano De Crescenzo perdiamo tutti un grande amico – dice Arbore con la voce rotta dal pianto – Era un maestro per tutte le cose belle che c’ha fatto conoscere. È una gravissima perdita per la cultura italiana e per la città di Napoli di cui era un esponente fiero ed orgoglioso”.
Luciano De Crescenzo è stato una delle figure più belle, più semplici, più rappresentative dell’umanità e della cultura meridionale. È stato un uomo di grande cultura, di fine ironia, di naturale simpatia. È stato, soprattutto, un vero signore.
La camera ardente è da oggi allestita nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. E sarà aperta al pubblico fino alle 20.
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