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Il Grande Fratello degli affitti: così il Fisco dichiara guerra all’evasione

Pubblicato il 02/09/2019 10:39 - Aggiornato il 22/04/2020 15:37

Un vero e proprio “Grande Fratello” per rincorrere l’esplosione degli affitti brevi e combattere l’evasione. Il fisco cerca di mappare il fenomeno con nuovi strumenti: come previsto dal decreto crescita, presto gli uffici potranno infatti accedere alla banca dati Alloggiati web della Polizia di Stato. Qui tutti gli host che affittano su portali come Airbnb, Booking o Homaway, sono tenuti a comunicare le generalità degli inquilini. L’agenzia delle Entrate userà queste informazioni per tenere d’occhio il rispetto degli adempimenti fiscali.

Una strategia comunque non priva di lacune, visto che a fine 2018 risultavano appena 195mila appartamenti registrati. Un dato che, se confrontato con le sole statistiche di Airbnb, racconta come molte locazioni turistiche rischino di restare “sconosciute” all’amministrazione finanziaria. A luglio, infatti, erano circa 416mila gli annunci disponibili su Airbnb, capaci di offrire oltre 1,8 milioni di posti letto. Oltre il doppio degli appartamenti registrati su Alloggiati Web.

Un confronto che la dice lunga sulla necessità di regolarizzare un fenomeno ancora sfuggente. Analizzando il dato su base provinciale si scopre che ci sono territori più in regola, come Venezia dove sono più di 63mila gli alloggi in possesso di credenziali per denunciare gli inquilini in Questura a fronte di circa 12mila annunci solo su Airbnb (il capoluogo con l’incidenza maggiore su scala nazionale); e province, come Avellino, dove il fenomeno degli affitti brevi è sicuramente più contenuto (418 annunci su Airbnb), ma difficilmente spiega l’assenza totale di appartamenti sul portale degli alloggiati.

Va detto, però che i numeri delle Questure, relativi a fine 2018, potrebbero non registrare l’effetto delle norme più recenti. A dicembre dello scorso anno il decreto sicurezza (Dl 113/2018) ha chiarito che gli obblighi di comunicazione previsti dall’articolo 109 del Tulps per i gestori di esercizi ricettivi valgono anche per chi affitta (o subaffitta) “immobili o parti di essi con contratti di durata inferiore a trenta giorni”.

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