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Enti inutili: uno spreco da 12 miliardi di euro al quale nessuno riesce (ancora) a mettere un freno

Pubblicato il 02/12/2019 16:01

Dodici, forse tredici miliardi di euro. Un tesoro vero e proprio sul quale lo Stato italiano potrebbe mettere le mani se solo si decidesse al grande passo: tagliare gli enti inutili. A dirlo è l’analisi fatta da Antonio Troise sulle pagine de Il Giorno, una cifra equivalente a un terzo e più dell’attuale manovra economica e permetterebbe di evitare tante microtasse che gravano sulle tasche degli italiani. Una galassia popolata da organismi di ogni tipo e all’interno della quale è difficile districarsi. Chi ha provato ad abolire e semplificare, da Calderoli a Mario Monti, si è scontrato con un Parlamento in versione palude, dove tutto si arena e niente arriva all’altra riva.

Ogni Regione, poi, ha i suoi personalissimi enti dalla dubbia utilità. Qualche esempio? La Commissione tecnica per la salvaguardia dell’asino a Martina Franca, l’Unione italiana tiro a segno o l’Istituto veneziano per la conservazione della gondola e la tutela del gondoliere. Tutti organismi che si è cercato negli anni di tagliare ma che, forti di più vite delle proverbiali sette dei gatti, sono subito pronti a risorgere dalle loro ceneri non appena un emendamento o un ricorso finisce per dar loro ragione.

Qualcuno, lungo la strada, non ce l’ha effettivamente fatta, finendo per estinguersi nonostante i tentativi disperati di vendere cara la pelle. E così tra gli enti che negli ultimi anni hanno chiuso definitivamente i battenti ecco comparire quello nato per l’acquisto di stalloni in Puglia, o per il trattamento della psoriasi nella medesima Regione. Ce l’hanno invece fatta, e ancora oggi sono tra noi in perfetta forma, il Comitato scientifico sui Trattori e il centro studi transfrontalieri di Comelico e Sappada.

Una lista stilata da Calderoli su quegli enti considerati inutili se non addirittura dannosi comprendeva 1612 diverse realtà. La mannaia voluta dall’allora ministro non riuscì però ad abbattersi contro di loro. Il governo Monti, meno crudele, propose di farne fuori 500, stilando una lista di quelli da eliminare. Secondo il Codacons, ne furono chiusi soltanto una cinquantina, a testimonianza di come l’operazione, sulla carta banale, sia in realtà ai limiti dell’impossibile.

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