Casi che arrivano da ogni parte d’Italia, nel corso dei mesi estivi. Affitti in nero, con i proprietari a nascondere alle casse dello Stato i soldi che arrivano da chi cerca di combattere il caldo rifugiandosi per qualche giorno in delle case in riva al mare. Irregolarità che non mettono però a rischio soltanto chi commette il reato, ma anche l’ignaro inquilino. E che si fanno sempre più frequenti, se si considera che da giugno la Guardia di Finanza ha portato avanti una serie di operazioni di controllo sui proprietari di seconde e terze case che affittano nelle località di vacanza. In particolare, in 256 casi su 404, in pratica il 63%, sono emerse irregolarità, per un totale di 1.680 violazioni.
I casi più numerosi, secondo i dati diffusi dalle autorità, sono stati scoperti in Sardegna, Puglia, Toscana, Emilia Romagna e Lazio. Tra i tanti episodi, a Catania sono state scoperte 11 strutture ricettive irregolari di cui almeno cinque completamente abusive. Alle Cinque Terre, in Liguria, l’80% degli operatori turistici controllati ha dichiarato agli Enti territoriali competenti di disporre di un numero di camere e/o posti letto inferiori a quelli effettivamente ricontati all’atto delle ispezioni. In Sardegna, un proprietario aveva nascosto al fisco ben 15 mila euro guadagnati con la locazione.
In soccorso delle Fiamme Gialle c’è oggi la tecnologia, che permette controlli incrociati prima di recarsi sul posto, permettendo agli agenti di andare a colpo sicuro. Gli stessi strumenti che hanno permesso di avviare l’indagine della procura di Genova per una possibile evasione da 350 milioni di euro di Iva nelle operazioni di intermediazione di Booking.com sugli affitti delle abitazioni di privati senza partite Iva. Attenzione, però: nel caso dell’evasione fiscale sugli affitti, è bene ricordare che le responsabilità per il mancato versamento dell’imposta di registro sono solidali, ossia tanto del locatore quanto del conduttore. Vale a dire
del locatore e del conduttore.
L’Agenzia delle Entrate può richiederne il pagamento notificando una cartella esattoriale. In merito le sanzioni sono dal 60% al 120% dell’imposta evasa in caso di omessa indicazione del canone nella dichiarazione dei redditi (con un minino di 200 euro). Dal 90% al 180% in caso di dichiarazione del canone in misura inferiore a quella effettiva (dichiarazione infedele). Bene tenere a mente che è preferibile non effettuare pagamenti non sicuri e non tracciabili come PostePay, carte ricaricabili o bonifici anticipati se non si conosce il proprietario della casa vacanza o non si sono ricevute le opportune garanzie.
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